Author: Daniele Rocchi

Verso il Sinodo dei giovani. Mons. Fabene (sottosegretario), “i giovani chiedono una Chiesa che sia casa, famiglia e comunità”

Prosegue il cammino di avvicinamento al Sinodo. Ne parliamo con mons. Fabio Fabene, sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo: “I giovani vogliono essere protagonisti nella comunità ecclesiale e credo che questo desiderio possa condurre la Chiesa verso luoghi e spazi che altrimenti le sarebbero difficili da raggiungere. I giovani possono aprire alla Chiesa quei luoghi dove ancora non è arrivata o dove deve essere maggiormente presente”

Amatrice, un anno dopo: il grido del vescovo Pompili, “non abbandonateci! Ricostruzione sia modello aperto al futuro”

Sarà una commemorazione sobria, intima quella della notte tra il 23 e il 24 agosto. Una fiaccolata lungo Corso Umberto I, fino al Parco Minozzi, per ricordare le vittime del terremoto e una messa, celebrata il 24 agosto alle 11, dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili. I familiari delle vittime del sisma si ritroveranno tutti lontano dai riflettori per ricordare, in silenzio, i loro cari che non ci sono più. Un momento per pensare al presente difficile e al futuro che appare sempre più faticoso da affrontare. Con mons. Pompili abbiamo ripercorso questi dodici mesi

Con mons. Domenico Pompili abbiamo ripercorso i dodici mesi dal sisma che ha colpito Amatrice, Accumoli e tanti altri paesi e città del Centro Italia.

Terra Santa: 800 anni di presenza francescana. Patton: “L’incontro non solo è possibile ma è necessario”

Nel 2017 ricorrono gli 800 anni di presenza francescana in Terra Santa. Come Francesco, che volle incontrare e dialogare con il Sultano Melek-al-Kamel, mentre infuriava la V Crociata, oggi dopo 800 anni la Custodia di Terra Santa continua ad attraversare le linee di fuoco che devastano il Medio Oriente.

La testimonianza dei cristiani di Gaza dove si vive “giorno per giorno” in attesa di un miracolo che si chiama “futuro”

Nell’indifferenza pressoché totale della comunità internazionale si consuma il dramma della Striscia di Gaza. Due milioni di abitanti, di cui solo 138 di fede cattolica, vivono in una emergenza umanitaria continua: mancanza di lavoro, carenze idriche e igienico-sanitarie e infrastrutturali dovute alle guerre e al blocco imposto 10 anni fa, quando Hamas è salito al potere, da Israele e Egitto.

Israele e l’Intifada dei detenuti palestinesi. Gli ordinari cattolici, “ascoltate il grido dei prigionieri”

Dal 17 aprile è in atto uno sciopero della fame da parte dei prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, “per la libertà e la dignità”, come è stato definito dal suo promotore Marwan Barghouthi, leader di Al-Fatah in carcere da 15 anni. Sono circa 1.800 i prigionieri, su un totale di 6.500, di diverse carceri, Ashkelon, Nafha, Ramon, Hadarim, Gilboa e Beersheba, che da tre … Continua a leggere Israele e l’Intifada dei detenuti palestinesi. Gli ordinari cattolici, “ascoltate il grido dei prigionieri” »

Terra Santa: mons. Pizzaballa, “affermazioni generiche di impegno alla pace non bastano più. Servono fatti concreti”

Tante ombre e qualche luce: è la Terra Santa oggi nella descrizione di monsignor Pierbattista Pizzaballa. Una situazione destinata a restare grave se alle parole e alle dichiarazioni non si faranno seguire fatti concreti capaci di migliorare le condizioni dei suoi abitanti, non solo cristiani.

Tante ombre e qualche luce: è la Terra Santa oggi nella descrizione di monsignor Pierbattista Pizzaballa.

Terra Santa: la preghiera del custode p. Francesco Patton, “il Medio Oriente ha bisogno di Resurrezione”

Sarà il Sepolcro di Gesù, completamente restaurato, ad accogliere le migliaia di pellegrini e fedeli che da ogni parte del mondo arriveranno a Gerusalemme per celebrare la Pasqua. Quest’anno la data del 16 aprile sarà unica per tutte le Chiese sia di Oriente sia di Occidente, una felice concomitanza che dona alla prossima Pasqua un sapore spiccatamente ecumenico. Ma sarà anche un tempo di preghiera per tutte quelle comunità cristiane, specie di Siria e di Iraq, che vivono a causa delle guerre e delle persecuzioni, una Via Crucis che sembra non finire mai. Per loro la preghiera e il ricordo del Custode di Terra Santa

Siria: l’appello ai cristiani a tornare di mons. Jeanbart, “Aleppo vi aspetta”. 23 programmi di aiuto per frenare l’esodo dei fedeli

“Aleppo ti aspetta” è l’appello che l’arcivescovo greco-cattolico della città martire siriana, monsignor Jean-Clement Jeanbart, lancia a tutti i fedeli per invitarli a fare ritorno nelle loro abitazioni abbandonate per sfuggire agli orrori della guerra. Perché ciò accada ha messo a punto il progetto “Ritorno” che prevede tra le varie cose, il biglietto di ritorno e aiuti materiali alle famiglie che intendono rientrare in città, dove prima della guerra vivevano 185mila cristiani, mentre oggi, dopo 6 anni di guerra, sono meno della metà. Ma l’attività di aiuto della diocesi greco-cattolica aleppina non si ferma qui…

Iraq: tiro al bersaglio dell’Isis sulle immagini della Madonna. Il Calvario dei cristiani della Piana di Ninive

Una statua di Maria con la testa mozzata, un dipinto di Cristo gettato a terra e pestato, immagini sacre usate per il tiro a bersaglio. E poi cimiteri profanati, tombe e lapidi divelte, santuari, monasteri, chiese, case e negozi messi a ferro e fuoco. È un campionario di nefandezze e di orrori quello che si sono lasciati dietro i terroristi dello Stato Islamico (Isis) subito dopo la loro cacciata dalla Piana di Ninive. Per la prima volta dalla loro liberazione, un gruppo di giornalisti, componenti una delegazione di Aiuto alla Chiesa che soffre, si recata nei villaggi cristiani oggi ancora disabitati della Piana per documentare la distruzione e la persecuzione subite durante i due anni e mezzo di occupazione di Daesh

Sicurezza, ricostruzione e perdono. La ricetta dei cristiani iracheni per tornare nella Piana di Ninive

A Erbil, in Kurdistan, gli sfollati cristiani di Mosul e della Piana di Ninive seguono le sorti della battaglia in corso nella seconda città irachena. Anche dalla cacciata di Isis da queste terre dipende la loro permanenza in Iraq o la loro partenza. La Chiesa locale, aiutata da diversi organismi come l’Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre) cerca di offrire un futuro più sicuro ai suoi fedeli: sicurezza e ricostruzione per restare. Ma senza dimenticare di perdonare chi ha fatto loro del male e chi li ha traditi, come i loro vicini musulmani

La battaglia di Mosul. La liberazione della città non basta ai cristiani per ritornare nei loro villaggi

La battaglia di Mosul, tra le forze irachene e i miliziani dello Stato islamico, vede spettatori interessati le decine di migliaia di cristiani riparati dall’estate 2014 a Erbil (Kurdistan iracheno), scappati da Mosul e dai villaggi della Piana di Ninive, per sfuggire alla brutale violenza di Daesh. Sanno bene, infatti, che il loro ritorno non dipenderà solo dalla sconfitta di Daesh ma anche dalla ricostruzione delle loro case, chiese e cimiteri distrutti e profanati in questi anni di occupazione jihadista. C’è un’altra sfida non meno impegnativa per i cristiani: ricostruire la fiducia verso quei musulmani che hanno appoggiato lo Stato islamico contribuendo in qualche modo alla sua vittoria. Insomma, liberare Mosul potrebbe non bastare ai cristiani per rientrare nelle loro terre e case. La testimonianza del sacerdote siro-cattolico padre George Jahola, che assiste e conforta gli sfollati cristiani a Erbil

Terremoto, sei mesi dopo. Monsignor Pompili, “la memoria è il terreno per la ricostruzione”

Il 24 febbraio sono sei mesi dal sisma (24 agosto) che ha devastato il Centro Italia, colpendo numerosi comuni tra Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Altre scosse in successione (26 e 30 ottobre 2016 e 18 gennaio 2017) hanno ulteriormente fiaccato le popolazioni e rallentato le operazioni di soccorso e di ricostruzione che tuttavia non si sono mai fermate. Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, racconta … Continua a leggere Terremoto, sei mesi dopo. Monsignor Pompili, “la memoria è il terreno per la ricostruzione” »