Pizzaballa: « A salvare i cristiani qui, sarà la loro testimonianza»
Siamo in un periodo di cambiamenti epocali. Non sappiamo come sarà il Medio Oriente del futuro. In Terra Santa la situazione è bloccata.
Giornale on-line della diocesi di Rieti
Siamo in un periodo di cambiamenti epocali. Non sappiamo come sarà il Medio Oriente del futuro. In Terra Santa la situazione è bloccata.
La battaglia di Mosul, tra le forze irachene e i miliziani dello Stato islamico, vede spettatori interessati le decine di migliaia di cristiani riparati dall’estate 2014 a Erbil (Kurdistan iracheno), scappati da Mosul e dai villaggi della Piana di Ninive, per sfuggire alla brutale violenza di Daesh. Sanno bene, infatti, che il loro ritorno non dipenderà solo dalla sconfitta di Daesh ma anche dalla ricostruzione delle loro case, chiese e cimiteri distrutti e profanati in questi anni di occupazione jihadista. C’è un’altra sfida non meno impegnativa per i cristiani: ricostruire la fiducia verso quei musulmani che hanno appoggiato lo Stato islamico contribuendo in qualche modo alla sua vittoria. Insomma, liberare Mosul potrebbe non bastare ai cristiani per rientrare nelle loro terre e case. La testimonianza del sacerdote siro-cattolico padre George Jahola, che assiste e conforta gli sfollati cristiani a Erbil