Chiesa di Rieti

Unità e rinnovamento nella Chiesa: la benedizione degli oli santi nella Messa del Crisma

Il vescovo Vito ha presieduto la Messa del Crisma nel Mercoledì Santo, una liturgia che ha sottolineato l'importanza dell'unità e del rinnovamento nella Chiesa

Un richiamo all’unità del Popolo di Dio: presbiteri, religiosi, diaconi, laici: questa l’immagine che il vescovo Vito ha richiamato aprendo la liturgia della Messa del Crisma nella sera del Mercoledì Santo in Sant’Agostino. Un’occasione – ha spiegato monsignore – in cui «insieme manifestiamo il volto della Chiesa unificata dallo Spirito», mentre il profumo degli oli richiama alla letizia e unge ciascuno della speranza di fare della propria vita un’offerta gradita al Signore.

In tanti si sono ritrovati nella grande aula della basilica di piazza Mazzini. Calorosa è stata la partecipazione dei fedeli e ampia la presenza di sacerdoti e diaconi per un momento di profonda spiritualità e comunità nella quale il vescovo ha compreso i presbiteri assenti per motivi di salute e la memoria grata per del vescovo emerito Delio Lucarelli. Il rito di benedizione degli oli santi – «frutto della nostra terra», quest’anno mescolato con una frazione di quello prodotto a Capaci, nei luoghi in cui persero la vita il giudice Falcone, sua moglie e la scorta in un attentato di Mafia – con il rinnovo delle promesse sacerdotali ha rivestito un significato particolarmente profondo, incarnando la continuità e il rinnovamento del sacerdozio nella Chiesa.

Mons. Piccinonna ha aperto l’omelia lodando la Trinità per il dono del sacerdozio, affidato da Gesù alla Chiesa. Ha rivolto un sentito ringraziamento ai presbiteri per il loro servizio, sottolineando come la loro presenza e dedizione arricchiscano profondamente la comunità diocesana. Il vescovo ha esortato i presenti a considerare il sacerdozio non come un segno di potere o prestigio, ma come una chiamata al servizio umile e premuroso.

Analizzando i racconti evangelici, in particolare quelli relativi alla Passione, Mons. Piccinonna ha riflettuto sui momenti di fragilità e fallimento dei discepoli, sottolineando come, nonostante tutto, essi rimangano amati e scelti da Gesù. Questa consapevolezza invita a un’esplorazione personale e comunitaria del perdono e della misericordia divina, spingendo i sacerdoti a ritrovare il primo amore che ha guidato la loro vocazione.

Il rito di benedizione degli oli santi si inserisce in questo contesto come un momento di profonda spiritualità, simboleggiando anche il rinnovamento annuale dell’impegno dei presbiteri nei confronti della loro missione. Gli oli benedetti – l’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e il Crisma – sono simboli tangibili della presenza di Dio e del suo operato salvifico tra i fedeli, destinati a essere strumenti di guarigione, consacrazione e iniziazione alla vita cristiana. I sacerdoti riaffermano il loro impegno a servire Cristo, la Chiesa e il mondo con amore e dedizione, in un momento collettivo che sottolinea la continuità del cammino sacerdotale, radicato nella fede e nella responsabilità verso la comunità di fedeli.

Mons. Piccinonna ha invitato tutti a mantenere fiducia e coraggio nei tempi difficili, ricordando che lo Spirito Santo guida, sostiene e vivifica la Chiesa anche nei momenti di sfida. «Tessiamo insieme questa tela meravigliosa sapendo che, in questo tempo da vivere con responsabilità, è il Vangelo stesso di Gesù a infonderci la certezza che anche nei chiaroscuri del presente ancora oggi lo Spirito Santo guida, regge e vivifica la Chiesa».

Al termine della liturgia, i sacerdoti sono stati abbracciati dall’applauso dei fedeli e dalla raccomandazione del vescovo a «perdonare sempre», ad «avere più misericordia». Una indicazione ricevuta da papa Francesco in occasione della recente visita Ad Limina e volentieri trasmesso ai presenti insieme alla raccomandazione a non abituarsi mai alla guerra. «Quando ci ha parlato della guerra, delle diverse guerre – ha spiegato don Vito – il volto del Santo Padre si velava di una particolare tristezza e commozione. Non rischiamo di farci l’abitudine!». Per dare testimonianza autentica di questa attenzione, per desiderio del vescovo le offerte raccolte durante la celebrazione saranno devolute ai bisogni del popolo ucraino.