Quelli di via Agamennone: quattro vite da rilanciare

La relazione diretta con le famiglie reatine è necessaria ai rifugiati per conoscere le realtà del territorio ed acquisire la capacità di cercare, agganciarsi, conoscere, chiedere, informarsi.

Si chiamano Alex, Friday, Fodday e Karim gli ospiti della Caritas in un appartamento di via Agamennone nell’ambito del progetto “Rifugiato a casa mia”. Quattro ragazzoni poco più che ventenni arrivati dal Ghana, dalla Nigeria e dal Gambia, nei cui occhi trapela la durezza di un passato difficile, ma anche intelligenza, voglia di vivere, bisogno di ricominciare.

E di impegno ce ne mettono molto: Fodday e Karim, ad esempio, stanno lavorando in una startup che si occupa di allevamento e apicoltura attraverso il sistema di Garanzia giovani e con il telefonino ci mostrano le simpatiche foto dei capretti nati da pochi giorni.

Friday invece ha concluso un tirocinio presso un’azienda agricola ed è in cerca di un nuovo lavoro. Il suo nome ci fa pensare al Robinson Crusoe di William Defoe, ma lui ci spiega che gli è stato dato perché è nato nel giorno del Venerdì Santo.

Quanto ad Alex, non era in casa, perché la nostra visita si è svolta durante le sue ore di scuola.

Tutti i ragazzi parlano un discreto italiano, avendo già sperimentato positivamente un periodo di accoglienza in strutture legate alla rete Caritas diocesana. Un requisito fondamentale per il progetto, perché non si può certo chiedere alle famiglie di fornire la prima accoglienza a chi sbarca oggi a Lampedusa.

Di sicuro si può dire che incontrare questi giovani, costretti ad abbandonare il proprio paese e approdati in via Agamennone al termine di un percorso a dir poco travagliato, dilata il cuore. E c’è da sperare che la loro presenza possa aiutare anche gli italiani a ribaltare qualche pregiudizo.

Quante volte, infatti, abbiamo sentito dire: «Ma perché non li prendi a casa tua, i profughi?». Proprio quello che la diocesi di Rieti si è messa a fare. E chi vuole dare una mano non ha che da farsi avanti.

Per ulteriori informazioni e per partecipare al progetto ci si può rivolgere presso gli uffici della Caritas diocesana. In alternativa è possibile contattare i numeri 0746 253122 e 339 7845192.