“Rifugiato a casa mia”: avviato il progetto della Caritas

Ha preso il via da qualche giorno anche a Rieti il progetto “Rifugiato a casa mia” della Caritas.

Una iniziativa di accoglienza e integrazione proposta attraverso un approccio concreto, che vede la diocesi di Rieti ospitare quattro (ma saranno presto cinque) giovani rifugiati in un appartamento di Villa Reatina. La situazione non costituisce un approdo, ma vale come punto di partenza, come base da cui prendere lo slancio. L’obiettivo, infatti, è quello di affidare gli ospiti ad una rete di relazioni, da costruire attraverso le famiglie, le parrocchie e gli istituti religiosi, con l’idea di fare della comunità il laboratorio di un nuovo umanesimo, fondato sulla relazione. I ragazzi hanno infatti già avviato un percorso di inserimento e integrazione, ma non hanno ancora raggiunto la piena autonomia e di conseguenza hanno bisogno di aiuto.

Come partecipare

Può sembrare una faccenda complicata, ma partecipare non è difficile. Basta essere aperti all’incontro, sentirsi disposti, per esempio, a condividere una pizza, o il cinema, o una partita a pallone. Si tratta di accompagnare le persone accolte a diventare autonome e ad inserirsi gradualmente nel contesto sociale. Le famiglie sono chiamate, insieme alle parrocchie, a restare vicino a questi ragazzi nel loro percorso di vita attraverso gesti semplici, che dal punto di vista materiale non costano nulla, pur essendo esperienze di arricchimento per tutti, perché i costi sono interamente sostenuti da Caritas.

Un amico in più

L’invito è dunque a conoscersi, a entrare in contatto, a fare esperienza dell’altro. E sono incontri che davvero aprono il cuore. Sui media i rifugiati appaiono sempre in massa, come un problema monolitico. La Caritas si propone di rovesciare l’approccio fondando gli interventi sulle persone, sulle loro storie, a partire da un contatto diretto che mette in rapporto con l’altro. Uno alla volta. E a conti fatti è come se le famiglie e le comunità parrocchiali della diocesi fossero invitate ad avere un amico in più, che una domenica ogni tanto si invita a pranzo, a fare una passeggiata o una chiacchierata.