Mostra d’arte al femminile alla Libreria Moderna

Libreria Moderna e Studio7 Arte Contemporanea hanno inaugurato,domenica scorsa, una mostra collettiva tutta al femminile con le cinque artiste contemporanee Eliana Frontini, Raffaella Simone, Mariarosaria Stigliano, Yukoh Tsukamoto e Roberta Ubaldi.

Artiste unite dal desiderio di riportare nelle loro opere il rapporto con il divino, gli angeli e la natura in tutti i suoi aspetti, materiali e spirituali. Ed ecco allora, tra gli scaffali della Libreria Moderna, gli “angeli cuciti” di Eliana Frontini che raccontano una sorta di unione tra la realtà terrena ed il cielo. «Questi divini messaggeri, bloccati da cuciture sulla tela – spiega Barbara Pavan, curatrice della mostra – sembrano quasi delle farfalle. L’artista punta il suo sguardo, come pure gli angeli, sul senso di disorientamento dei mortali e la spiritualità. Nel mezzo si trova il filo, che tenta di rinsaldare la fiducia in un legame di protezione esclusivo».

Studiosa appassionata di tradizioni popolari, è invece Raffaella Simone, affascinata dalla forza dei simboli e dai riti legati al rapporto tra l’uomo e le divinità. La mostra presenta una serie di opere che rimandano agli ex voto, per secoli testimonianza di un rapporto tra l’uomo e la divinità. L’ex voto è un oggetto realizzato con vari materiali offerto in dono alla divinità come riconoscenza per una grazia ricevuta. L’uso di offrire doni votivi è testimoniato sin dalle più antiche civiltà e la consuetudine pagana è stata ereditata ed integrata dal cristianesimo. Le reliquie, le immagini sacre e gli ex voto sono riletti dall’artista quali oggetti della memoria. «Il piccolo oggetto, il cuore d’argento, la tavoletta votiva, il gioiello di famiglia, donati simbolicamente alla divinità – aggiunge la Pavan – divengono un racconto delle storie, delle domande esistenziali che non trovano risposte, delle inquietudini e delle paure di ognuno».

Le opere della Simone raccontano l’alchimia complessa di sacro e profano, religione, storia e tradizione dei riti popolari. Mariarosaria Stigliano trasporta invece il visitatore in un mondo abbagliato dalle luci che penetrano ovunque, negli interstizi e nelle fessure, senza togliere la concretezza delle cose. «Con la Stigliano – suggerisce la curatrice – entriamo in un mondo fragile, appena percettibile e leggibile e tuttavia vivo, vicino, percepibile; siamo noi, con la nostra gracilità, le nostre fragilità e contemporaneamente le nostre concrete certezze, le sicurezze di un essere che vive al di fuori, come sottolineato, a proposito delle opere da critico e storico dell’arte Mauro Corradini».

L’artista giapponese Yukoh Tsukamoto posa invece il suo sguardo sul rapporto tra arte e natura, con una profonda spiritualità. Nella mostra ha scelto di esporre una serie di  opere realizzate a china ed inchiostro su carta con l’inserimento di elementi naturali. Ed ecco il bosco che, per lo Shintoismo del Giappone viene considerato in maniera sacrale, luogo di vitalità ciclica e rigenerante dove l’uomo ha la possibilità d’incontrare forze ancestrali e la divinità. Rami, foglie, tracce di un passaggio nel bosco, sono gli elementi ricorrenti nei nuovi lavori dell’artista attraverso tecniche come la pittura a china e l’incisione.

La continua ricerca di materiali diversi ha portato invece Roberta Ubaldi a scegliere come materia da plasmare e rappresentare lamiere di ferro in cui l’ossidazione creata dal tempo diviene parte essenziale dell’opera pittorica. E sono le forme delle macchie di ruggine, sottoposte alla casualità degli eventi, a suggerire all’artista le immagini da visualizzare secondo il michelangiolesco concetto neoplatonico, secondo il quale il soggetto era già contenuto nel blocco di marmo e lo scultore doveva solo aiutarlo a uscire fuori.