«Una cura più equa e umana»: la definizione l’ha data l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio e responsabile ecumenico per la Pastorale della Salute, durante l’intervista concessa a «Frontiera» in occasione della sua visita all’ospedale San Camillo de’ Lellis.
«In “equa” e “umana” – ha spiegato Zimowski – si spiega tutto. La tecnologia è molto importante, la Chiesa non è mai stata contraria alla tecnologia applicata al campo medico, ma dobbiamo anche umanizzare il nostro incontro con le persone malate. Occorre “essere vicino”. Giovanni Paolo II ci ha veramente fatto vedere come lui, come Papa, era vicino ai malati. Lo stesso ha fatto Papa Benedetto. Adesso Papa Francesco, che si avvicina, vuole salutare le persone una a una. Qui risuona un appello agli operatori sanitari: dovete non solo curare, ma anche, come medici, essere vicini a ogni persona che soffre».
«Noi ricordiamo Giobbe» ha aggiunto l’arcivescovo. «I suoi amici non potevano fare niente per lui, ma stavano sette giorni e sette notti vicino all’uomo che soffriva».
Questi e altri discorsi sono stati intrecciati dall’arcivescovo Zimowski nella breve catechesi che ha tenuto nella cappella del nosocomio reatino. Un momento di notevole suggestione spirituale, cui ha fatto seguito una partecipata visita ai reparti di Pediatria, Geriatria e Radioterapia oncologica.
In quest’ultimo si è quindi tenuto in onore del Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute un’edizione speciale di Musica in Ospedale, manifestazione che da oltre dieci anni contribuisce all’umanizzazione della vita ospedaliera reatina.
Clicca qui per la galleria fotografica della visita dell’arcivescovo Zygmunt Zimowski.