Nel suo intervento al quarto degli incontri su “Percezione consapevole di ambienti e spazi significativi”, organizzatiall’Auditorium dei Poveri dal Fai di Rieti in collaborazione con «Frontiera», don Jaroslaw Krzewicki, vicario generale del vescovo di Rieti, ha indicato tra le cause del degrado urbano un certo allontanarsi dell’uomo da Dio, ragionando sulla differenza tra creatore ed artefice.
«L’artefice – ha spiegato – è colui che trasforma la realtà a partire da quello che già trova: le cose della natura e quelle già elaborate dalla cultura. Non si possono fare le cose da niente, ma oggi c’è questo peccato, quasi originale, degli artisti che vogliono rompere tutti i rapporti, come se il mondo dovesse iniziare da loro. Rompere i rapporti con Dio: lo possono chiamare come vogliono, ma riconoscere l’origine di quello che esiste sarebbe opportuno. Rompere i rapporti con gli altri per non vedere la continuità anche del pensiero, anche delle forme, anche della bellezza. Ecco l’artefice che crede di essere creatore. Non solo è assurdo, ma è anche pericoloso».
Per rispondere a questa deriva, ha aggiunto il sacerdote occorrerebbe «ritrovare il senso di appartenenza» e riconoscere che «c’è un mondo che già cammina: io sono chiamato a viverlo, a sentirlo, a capirlo e comprenderlo per quando posso e rispondere con quello che vivo dentro».