Nel quarto degli incontri su “Percezione consapevole di ambienti e spazi significativi”, organizzati all’Auditorium dei Poveri dal Fai di Rieti in collaborazione con «Frontiera», don Jaroslaw Krzewicki, vicario generale del vescovo di Rieti, ha intrecciato ai temi del paesaggio, dell’ambiente e dell’urbanistica ad uno sguardo particolare: «la Chiesa – ha ricordato – in questo periodo sta pregando per le vocazioni. Non solo per quelle alla vita religiosa, ma per la vocazione in generale, per la risposta di ognuno al piano divino».
Un piano, ha sottolineato il vicario, che non si trova solo nelle leggi che danno vita alla natura, ma che possiamo cogliere anche nella nostra società costruita sulle relazioni. Anche «ognuna di queste relazioni fa parte di un progetto divino. E scoprire la propria vocazione dà un senso alla vita, dà un senso alle opere: l’uomo che viene chiamato ad essere un artista, deve maturare questo impegno nelle relazioni umane, deve essere sempre più consapevole di questa vocazione originaria per rispondere con quello che fa al progetto che sta alla base, un progetto che ha a che fare con il senso del bello, con il gusto per quello che è perfetto, per quello che è buono».
Ciascuno, secondo don Jaroslav, deve ritrovare questo impegno originario, questa intima vocazione, «per sanare le nostre relazioni, per rendere ciascuno più responsabile della propria vita, per dare vita a quell’impegno concreto che darà suoi frutti nelle opere realizzate, nella costruzione delle case e delle piazze, delle chiese, ma anche dei benzinai, dei supermercati…».
«Lo spazio urbano – ha riconosciuto il sacerdote – si costruisce secondo le necessità: corrisponde alla dimensione dialogante, sociale, dell’uomo. La città si crea nei luoghi in cui l’uomo si ritrova, ma in cui c’è anche intimità». È il ruolo della chiesa: dove «ognuno può entrare e trovarsi anche nel silenzio. L’uomo entra in chiesa per ritrovare se stesso, per ritrovare il suo rapporto con colui che ridà il senso. Ma poi uscendo da se stesso deve incontrare l’altro».
È anche in questo – ha sottolineato don Jaroslav – il valore ed il senso sociale delle chiese nel loro legame con le piazze: «in qualche modo diventano un punto culminante di quello che l’uomo vive nella società».