Cara domotica. Cara…

Il futuro è già ora: dal mercato grandi novità per consumatori intelligenti

Casa, dolce casa. Da sempre, nel desiderio di ciascuno, il luogo accogliente, il rifugio che ci accoglie al termine di una faticosa giornata lavorativa, dandoci un po’ la sensazione di ritornare in un “grembo” protettivo e rasserenante per ricaricare le batterie. Magari nella realtà non è sempre così, ma chi non lo vorrebbe? Per questo, lungo il cammino che ha portato l’uomo dal ripararsi nelle caverne alle dimore attuali, decisamente più sicure e confortevoli, non è mai mancata la ricerca e lo sviluppo di strumenti e tecnologie sempre più in grado di rendere la vita domestica più piacevole e “a misura d’uomo”. L’ultima frontiera in questo campo è certamente rappresentata dalla “domotica”. La sua denominazione (crasi di “domus”, casa, e “robotica”) indica la scienza che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti abitati dall’uomo. Si tratta di un settore fortemente interdisciplinare che richiede l’apporto di molte tecnologie e professionalità, tra le quali ingegneria edile, architettura, ingegneria energetica, automazione, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni e informatica. L’obiettivo cui tende la domotica è di trasformare le nostre abitazioni in sistemi automatizzati integrati, gestibili da un unico dispositivo di comando sempre a nostra disposizione, come ad esempio uno smartphone.

La storia di questa scienza inizia da lontano. La premessa storica ai processi di automazione e controllo della casa, infatti, risale al periodo a cavallo tra il 1800 e 1900, quando fu possibile diffondere nelle società industriali l’energia elettrica sui vari territori nazionali. In quegli anni Thomas Edison inventa la lampadina (il 27 gennaio 1880 registra negli Stati Uniti il suo brevetto per la lampada elettrica a incandescenza) e vengono costruiti i primi piccoli motorini elettrici. L’elenco delle invenzioni di quel periodo comprende apparecchiature che oggi utilizziamo normalmente, certamente in versioni più evolute, ma sostanzialmente nate per svolgere sempre quella funzione: ventilatori, ferro da stiro, e, in successione, fornelli e stufe elettriche. E’ sempre in quel periodo che si realizzano la pentola a pressione, cucine funzionanti a gas e a vapore, forni, ghiacciaie che solidificano l’acqua, macchine per lavare i panni, ecc… .

Quanta innovazione in quelle invenzioni, eppure oggi potrebbe sembrare preistoria. L’attuale domotica, infatti, parla ben altro linguaggio, proponendo soluzioni al limite del fantascientifico. Basta vedere i prodotti presentati lo scorso gennaio in uno dei più prestigiosi palcoscenici internazionali delle innovazioni tecnologiche, l’International Ces (Consumer Electronics Show) di Las Vegas. Come non lasciarsi attrarre dal sogno di una casa completamente automatizzata, che “dialoga” con chi ci vive e, puntualmente, lo agevola nelle noiose e ripetitive mansioni, magari ricevendo gli ordini a distanza da uno smartphone? Dal sogno alla realtà, ecco qualche esempio.

Avete mai desiderato di eliminare quelle fastidiose ed ingombranti chiavi di casa? Ecco il dispositivo giusto (“Kevo Touch” della Kwikset): basterà sfiorare la serratura che si sbloccherà dopo che avrà verificato, via bluetooth, che il telefono cellulare della persona sull’uscio sia registrato dal sistema. Per i bambini che non possiedono uno smartphone, l’apertura avverrà avvalendosi di un’etichetta elettronica attaccata sullo zaino o sul giacchetto. Niente più timore, dunque, di smarrire le chiavi, ma… occhio a non dimenticare da qualche parte il telefonino.

Dalle chiavi alla luce. Non sarebbe bello governare tutto l’impianto d’illuminazione domestica con un solo gesto? Si può, con un sistema (“Philips Hue”) comandato da un’app sul cellulare. Con il dispositivo si potrà governare il parco lampadine sia singolarmente, sia raggruppandole insieme, trovare la giusta intensità e la tonalità di bianco a seconda dell’attività che si sta svolgendo, scegliendo il colore più adatto ad ogni momento. Anche se ci si trova in un altro luogo, in qualsiasi parte del mondo, con il portale (“My Hue”) di controllo online si potrà simulare di essere in casa accendendo le luci di casa da remoto, magari per scoraggiare eventuali malintenzionati.

Che dire, poi, del termostato “smart”? In quelli “normali”, si imposta la temperatura e lì finisce la storia. Ma così, calcolano gli esperti, si spreca fino ad un 20% di energia per riscaldare o climatizzare casa. Il termostato “smart” (“Nest” di Google) fa molto di più. Esso è infatti in grado di “apprendere” le abitudini dei residenti e di autoprogrammarsi in funzione di queste. Dopo l’installazione, il termostato attiva automaticamente le funzioni migliori per il sistema ed inizia a conoscere gli abitanti della casa. Dopo aver registrato le temperature desiderate e gli orari di permanenza nell’alloggio, stabilisce un programma personalizzato, da testare per alcuni giorni. Entro una settimana, poi, inizierà a impostarlo da solo, garantendo un considerevole risparmio energetico. E se un imprevisto ci costringe a rincasare in anticipo o in ritardo rispetto al solito? Niente paura, grazie all’app dedicata ci si potrà collegare al termostato da uno smartphone ed apportare comodamente le modifiche a chilometri di distanza da casa.

Un ultimo esempio, il materasso da “coccole” (della Responsive Surface Technology), che contiene dei sensori per monitorare il sonno nel dettaglio, mostrando anche la posizione in cui si dorme. In base alle informazioni ricavate, adatta la sua struttura per essere il più confortevole possibile, modificando di volta in volta le 18 zone ad aria in cui è suddiviso, che si gonfiano e sgonfiano per garantire la massima comodità possibile per il dormiente. Questo sì che è riposare. Peccato che per ora non si potrà eliminare il turbamento dovuto al costo: 5mila euro.