Banda larga come servizio pubblico

È la proposta sulla quale è chiamata a esprimersi l’autorità americana

Si era chiusa lo scorso 15 luglio la consultazione pubblica della Federal Communications Commission (Fcc) statunitense sulla neutralità della rete ed ora, dopo diversi mesi di riflessione, il Regolatore Usa ha pubblicato la sua proposta di decisione. La proposta, presentata dal presidente Tom Wheeler, sarà votata dalla Commissione il prossimo 26 febbraio e le opposte fazioni sono già sul piede di guerra.

Il dibattito sulla net neutrality è ormai di lunga data negli States e sulla proposta di regolamento della Fcc è ormai oltre un anno che il dibattito è aperto. Nell’agosto del 2010 Google e Verizon si erano uniti per realizzare una proposta congiunta di regolamentazione della Rete che i due colossi hanno portato all’attenzione del legislatore Usa e della Fcc. La proposta delle due società aveva lo scopo di permettere “alla Fcc di imporre l’applicazione dei principi della Fcc sull’apertura della rete fissa a banda larga, che garantiscono agli utenti l’accesso a tutti i contenuti leciti disponibili su Internet”, ma con l’esclusione delle reti mobili e dei “servizi online addizionali e differenziati”. A febbraio del 2014 l’Fcc decide di prendere il toro per le corna, ma la Corte d’Appello del Distretto di Columbia boccia la “Open Internet Order” (un regolamento che avrebbe impedito agli Isp di “gestire” il traffico internet, rallentando o bloccando l’accesso ad alcuni servizi) e così la Commissione si mette al lavoro per una nuova proposta. A maggio le prime indiscrezioni sulle nuove regole messe a punto dal presidente Tom Wheeler (ex-lobbista dell’industria dei contenuti via cavo), un tentativo di mediazione tra il mondo degli operatori Tlc e le .com. A luglio l’Fcc avvia una consultazione pubblica su una bozza di regolamento. “Protecting and Promoting the Open Internet” (proteggere e promuovere una internet aperta), questo il titolo della proposta di regolamento elaborata dalla Fcc, conferma le indiscrezioni trapelate nelle settimane precedenti: gli operatori di telecomunicazioni non potranno bloccare o rallentare determinati siti o servizi, ma potranno stringere accordi commerciali con i fornitori di contenuti (le .com) per garantire al loro traffico una “corsia preferenziale”.

Conclusa la consultazione pubblica, il testo è stato presentato pubblicamente da Tom Wheeler e sarà votato dalla Commissione il prossimo 26 febbraio. Due le novità più rilevanti del nuovo regolamento. La riclassificazione della banda larga come servizio pubblico – al pari dell’acqua, come affermato dal presidente Obama (forte sostenitore della proposta dell’Fcc) – e di porla, quindi, sotto il cosiddetto Title II, per garantire che il traffico sulla rete sia gestito in maniera da non discriminare nessuno. “Queste regole vieteranno le priorità a pagamento, o qualsiasi blocco o limitazione di servizi leciti”, le parole del presidente Tom Wheeler su Wired. La seconda novità è l’assoggettamento anche delle reti wireless al regolamento: “propongo di applicare, per la prima volta, le regola anche alla banda larga mobile. La mia proposta assicura i diritti degli utenti di internet di andare dove vogliono quando vogliono, e il diritto degli innovatori di introdurre nuovi prodotti quando vogliono”.

“Internet deve essere veloce, equo e aperto. Questo è il messaggio che ho sentito da parte dei consumatori e gli innovatori di tutta questa nazione”, spiega Wheeler; ma le reazioni del mercato sono tutt’altro che unanimi. Gli operatori Tlc sono tutti sul piede di guerra: per AT&T si tratta di “una strada verso il nulla”, mentre per T-Mobile di “innovazione repressa”. Reazioni entusiaste arrivano invece dalla Internet Association, l’associazione di cui fanno parte tra gli altri Amazon, Facebook, Google e Netflix.