Villa Reatina ha accolto don Jean Baptiste

Dalle sconfinate regioni dell’Africa orientale a un’altra periferia in cui portare la buona novella: quella della città di Rieti, terra il cui vescovo l’ha accolto sin da quando, giunto in Italia per perfezionarsi in teologia a Roma, si era trovato a passare dallo status di studente a quello di rifugiato politico. Per Jean–Baptiste Sano, impossibilitato a far ritorno nel suo Ruanda, sconvolto dai terribili scontri tribali a fine anni Novanta che hanno generato uno dei più terribili genocidi della storia, si aprirono allora le porte della diocesi reatina che fu lieta di ospitarlo e poter godere della generosità e della competenza di un sacerdote tanto preparato quanto disponibile. Con gli anni, don Sano si è ormai qui stabilizzato, impegnandosi a fondo nella conduzione della comunità che finora ha goduto del suo ministero pastorale: quella di Monteleone e Oliveto, da cui si è congedato per dare avvio alla nuova esperienza di parroco in quel di Villa Reatina. Non sono voluti mancare, i parrocchiani dei due paesi sabini, alla cerimonia con cui, domenica scorsa, hanno avuto modo di donare al quartiere della periferia est cittadina il loro ex parroco, come avevano fatto anni fa già con don Giuseppe Di Gasbarro, anch’egli giunto alla conduzione della parrocchia S. Giovanni Bosco dopo lunghi anni trascorsi a Monteleone e Oliveto. Era presente pure lui, l’ex parroco don Giuseppe, alla concelebrazione presieduta da monsignor Lucarelli che ha segnato l’insediamento ufficiale di don Giovanni nella parrocchia intitolata a don Bosco pochi giorni prima della festa del santo (di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita). Col vescovo e il nuovo parroco concelebravano anche il vicario foraneo, don Giovanni Franchi, e don Gregorio, il sacerdote calabrese legato al Movimento Apostolico che negli ultimi mesi ha servito nel weekend la comunità di Villa Reatina dopo il ritorno a Catanzaro del confratello don Salvatore Bilotta. Ad accompagnare con la preghiera la liturgia di insediamento, i parrocchiani di Villa Reatina, a nome dei quali ha espresso il benvenuto – dopo la preghiera di benedizione del vescovo sul nuovo parroco e il rito di aspersione da questi compiuto – Silvia Caprioli. Ma anche le comunità di Monteleone e Oliveto (per bocca, rispettivamente, di Paola Rossi e di Fabrizio Casciani) hanno voluto, al termine della Messa, rivolgere a don Jean Baptiste il pensiero riconoscente augurandogli un fecondo ministero nella nuova parrocchia. Con la convinzione, ha voluto poi dire lui nel prendere la parola alla fine, che si è un unico popolo di Dio in cammino e con l’auspicio che collaborazione e comunione di affetto e di fede non vengano meno.

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