Chiesa di Rieti

«Un’opera monumentale» per raccontare e ricordare l’intensa vita di mons Chiarinelli

La Messa in suffragio di mons Lorenzo Chiarinelli, celebrata a Pratoianni a un anno dalla morte, è stata l'occasione per una prima presentazione del libro realizzato da don Luciano Candotti in sua memoria

Una prima occasione per presentare il libro realizzato da don Luciano Candotti in memoria di monsignor Lorenzo Chiarinelli, fresco di stampa, non poteva che avvenire in occasione del primo anniversario della sua dipartita.

Uscite dalla tipografia Celori di Terni da pochi giorni, le copie del volume, destinate alla comunità reatina e a quelle delle tre diocesi di cui egli è stato pastore, si è iniziato a distribuirle a quanti erano presenti alla Messa in suffragio del defunto vescovo emerito di Viterbo, svoltasi il 3 agosto al cimitero di Pratoianni. Dopo l’inaugurazione della lapide in memoria del caro compaesano collocata nel muro perimetrale del camposanto, monsignor Domenico Pompili, che aveva appena celebrato l’Eucaristia e benedetto la lapide, ha brevemente presentato il libro dedicato a Lorenzo Chiarinelli “vescovo della Parola”.

Per la realizzazione dell’ampio volume, che raccoglie la biografia del defunto presule e tante testimonianze su di lui, assieme a un ricco corredo fotografico, il vescovo Domenico ha voluto esprimere profonda gratitudine al curatore don Luciano, che «è riuscito in neanche un anno a restituirci un’immagine fedele e curiosa al tempo stesso del vescovo Lorenzo».

Di questa che si può considerare «un’opera monumentale» monsignor Pompili ha messo in evidenza tre qualità. «La prima è la ricca documentazione fotografica che è riuscito a mettere insieme e che ci restituisce Lorenzo perfino da bambino, in foto che probabilmente ad alcuni di voi potranno suscitare ancora più emozione perché riporteranno indietro nel tempo, alla Pratoianni degli anni Trenta, Quaranta, Cinquanta…. e poi lungo tutto il percorso che lo ha visto prima sacerdote e poi vescovo in tre luoghi molto significativi». Seconda qualità, «la capacità di don Luciano di fare un racconto della vita di monsignor Lorenzo Chiarinelli facendo parlare i luoghi in cui è vissuto: e qui in questo caso i luoghi sono quattro, anzi direi cinque: Pratoianni appunto, da cui tutto comincia, a partire dalla celebre abbazia di San Salvator Maggiore; Rieti, in cui ha vissuto con la sua famiglia già da adolescente per molto tempo e poi da sacerdote; e in successione Sora, Aversa e Viterbo, per poi chiudere il cerchio tornando a Rieti. Ecco, don Luciano riesce a raccontare questi cinque luoghi facendo parlare la storia, facendo parlare perciò la conoscenza di questi luoghi», e attraverso ciò riesce a rendere «l’immagine di un percorso che si è sviluppato nella storia e che attraversa sostanzialmente gli ultimi 80 anni della vita del nostro Paese»

Infine, il libro curato da don Candotti «si lascia apprezzare per una serie di interessanti testimonianze scritte da persone che hanno conosciuto il vescovo Lorenzo: e si va da persone molto “altolocate” come il cardinale Camillo Ruini. già presidente della Cei, a tanti altri donne e uomini che hanno avuto modo di conoscerlo e che in qualche modo ce ne restituiscono un’istantanea a partire dalla propria esperienza». Testimonianze che, ha detto Pompili, costituiscono «un caleidoscopio di immagini e ci fanno cogliere la ricchezza e la bellezza di questa persona che noi abbiamo così tanto amato».