Una fede ben fondata

Alle querce di Mamre

Proseguendo la rilettura spirituale della pagina biblica di Abramo che accoglie i tre ospiti misteriosi come stimolo per un’esortazione di carattere pastorale, monsignor Lucarelli, nel suo documento, invita a vedere nell’apparizione dei tre esseri divini il richiamo a due aspetti: la fede e l’ospitalità. Un affidarsi e un accogliere, dunque, di cui il patriarca si fa emblema. Tutta la sua esperienza, scrive monsignore, ricorda «che la vita è ricerca, itinerario, anche sofferto e faticoso: essa non può essere solo puro “fideismo” o “devozionalismo”». Ecco, allora, la sottolineatura che il vescovo propone alla sua Chiesa locale: il dare motivazione seria alla propria fede, che non è un buttarsi ciecamente senza fondamenti né un puro atto sentimentale, ma richiede un autentico spirito di ricerca e una capacità di farla poggiare su fondamenti saldi. Di qui l’esortazione a impegnarci, in questo Anno della fede, nel cogliere sia «le grandi opportunità che offre la religiosità popolare rettamente orientata» sia gli aspetti culturali e teologici.

Le parole di Lucarelli ribattono dunque un punto che gli sta a cuore: una bella “ripulitura” di tutto il patrimonio della pietà popolare. Vi legifera in abbondanza il Sinodo, se ne è parlato tanto in sede di dibattiti e organismi pastorali, ma ancora non si è scesi direttamente in campo. Questo Annus fidei potrebbe costituire una buona occasione per entrare concretamente in azione riguardo quegli aspetti della devozione cristiana che possono contribuire a nutrire la fede, purché ben calibrati. Non è un mistero, infatti, che alcune incrostazioni sorte in questa materia costituiscano più una perdita di tempo che una risorsa per la vita pastorale delle nostre comunità (quando non risultino addirittura controproducenti). I fondamenti culturali e teologici non possono essere un settore “altro” rispetto ai momenti più “popolari” del vissuto cristiano, ma tutto va valorizzato e tutto va riempito di contenuti culturalmente e teologicamente pregnanti: se non è così, è roba che non ci appartiene, è spreco di tempo ed energie: meglio allora lasciarlo in mano alle Pro loco e alle associazioni laiche.