Simeoni (associazione “Emilio Maraini”): non trasformiamo il Terminillo in un museo

«La notizia riportata in alcuni quotidiani locali relativa alla possibilità concreta di utilizzare finalmente i fondi messi a disposizione dall’amministrazione regionale per il rilancio del Terminillo, mi rende e credo renda tutta la cittadinanza Comunale e Provinciale molto felice». A dichiararlo è il Presidente dell’associazione “Emilio Maraini” Matteo Simeoni.

«Finalmente – prosegue – grazie alla Polverini, si potranno realizzare quelle opere da anni attese per far si che il Terminillo riavvii una seria stagione di sviluppo. Interventi che passano dalla necessaria ristrutturazione e ampliamento degli impianti esistenti, fino ad arrivare a realizzare nuovi impianti e nuove strutture. Quello che mi rende meno felice, è la volontà da parte dell’Amministrazione comunale, che prendendo spunto dall’azione regionale, decisa a voler procedere quanto prima ad erogare tali finanziamenti, vorrebbe o vedrebbe nell’ istituzione di un parco naturale nel comprensorio del Terminillo, lo strumento più idoneo per riattivare uno sviluppo socioeconomico della montagna a 360° capace di far tornare la nostra stazione agli albori di quella che fù definita, ma soprattutto sentita come la Montagna di Roma».

«Mi permetto solo – precisa Simeoni – di ricordare all’Amministrazione comunale ed in particolar modo all’Assessore Ubertini ,che la Montagna del Terminillo è una zona già pesantemente vincolata, soggetta a vincoli di natura comunitaria (sic) e Nazionale (zps), nonché sottoposta a normativa in materia di tutela ambientale in ambito regionale. Aggiungere l’istituzione di un parco renderebbe, a mio avviso, la montagna una sorta di museo a cielo aperto che di certo non potrà favorire grandi sviluppi».

«Concordo con la necessità di promuovere uno sviluppo destagionalizzato, che veda il Terminillo esprimersi al meglio durante tutto l’arco dell’anno, e di favorire una progettazione integrata rispetto agli interventi da realizzare, ma sinceramente non riesco a cogliere il nesso tra quanto sopra detto e ciò che si ritiene indispensabile costituire come strumento per favorire un rilancio della montagna. La formula del parco sembra più dettata da una spinta ideologica che da una necessità concreta».

«L’amministrazione comunale – insiste Simeoni – a mio avviso senza, rincorrere o ricercare ideologie che rischiano di rivelarsi solo bolle utopiche, potrebbe fare, e questo nel breve periodo, almeno due azioni molto importanti e necessarie. Dapprima potrebbe porre fine al cambio di destinazione d’uso ,da ricettive ad abitative in strutture di natura alberghiera o simili, e successivamente, essendo già istituito, aderire al consorzio promosso dal Comune di Leonessa che vede la presenza di altri comuni che insistono sul Terminillo. Attraverso queste due azioni certo non risolutive appieno, si potrà iniziare ad ottenere uno sviluppo organico e compiuto della montagna».

«Infine – conclude – promuovere una cultura del rispetto dell’ambiente, è cosa pregevole e degna di rilievo ma non credo che questo necessiti della “museizzazione” tutto ciò che ci circonda».