“Si chiamava Faber” è un viaggio molto personale di due cantautori nel mondo esteso e complesso, affollato e affettato di De Andrè. Non una semplice performance musicale, ma un’immersione con il respiro e gli occhi di due generazioni a confronto, quella di Sirianni e Valente, legate da un cordone ombelicale mai tagliato con il ventre di Faber. Omaggiare il più grande poeta della musica italiana, scomparso l’11 gennaio 1999, richiede qualcosa di più della semplice esecuzione delle sue canzoni.
Un concerto che si delinea narrativo, sulla figura di De Andrè non solo cantautore, ma profondo indagatore dell’animo umano, idealista indefesso, sensibile oltremodo alle ingiustizie sociali, personalità di spessore traboccante troppo stretta al conformismo di classe. Pochi artisti come lui hanno saputo evocare nella mente delle persone, a parole e musica, le storie tristi e spesso grottesche delle persone ai margini della comunità cittadina, le malinconie e i moti sfioriti dell’amore, le immagini liriche e vivide degli abitanti e dei luoghi delle sue canzoni; e ancora l’importanza dell’impegno politico del cittadino. Si direbbe un Pasolini del canto d’autore, Faber – come lo vezzeggiava il caro amico Villaggio – con quella fascinosa voce baritonale fuori campo è riuscito ad elevare a categoria estetica la bruttura sociale, riscattando la visibilità degli ultimi e degli anonimi, sempre protagonisti nel suo realismo cantautorale.
Per questo a vent’anni dalla sua morte Faber non sbiadisce, non perde un colpo sulle corde emotive degli appassionati: rimane così prepotentemente attuale da inserirsi anche nei gusti musicali degli adolescenti iperconessi; perché le storie della commedia umana sono cicliche e fuori dal tempo, e i versi che le ha dedicato Fabrizio continueranno a rafforzarsi come rivelazione in ogni epoca.
A dare lume a questa umanissima poetica proverà Federico Sirianni, genovese classe 1968, il quale racconterà tra un brano e l’altro alcuni incontri giovanili avuti con Faber e gli aneddoti di quei fugaci scambi con il mito. Sirianni è oggi riconosciuto come uno degli eredi della storica scuola che da Genova rivoluzionò la canzone italiana negli anni ’60 (con De Andrè anche Tenco, Endrigo, Paoli e Lauzi). Carriera comprovata da numerosi album e iniziata dopo un periodo di lungo rodaggio, ha rappresentato musicalmente Genova come Città della Cultura 2004 presso la Literature Hause di Monaco. Carlo Valente, cantautore reatino di nuova generazione, lo affiancherà nel repertorio raccontando quanto De Andrè continui ad essere fortemente presente nella sua formazione, nella scrittura e nelle sue esibizioni. Classe 1990, Valente è una vera promessa della musica d’autore contemporanea. Vanta numerosi premi e riconoscimenti nonostante la carriera appena iniziata, e già lanciatissima.
L’evento è organizzato grazie alla collaborazione e al supporto di Ticketgate di Tamara Barbonetti.
L’ingresso al concerto prevede un costo di 5 € a biglietto.