In una mattina primaverile che ha tenuto lontana la pioggia, le comunità delle parrocchie del centro di Rieti si sono ritrovate insieme per celebrare la Domenica delle Palme. Presieduta dal vescovo Vito, la liturgia ha segnato in modo speciale l’inizio della Settimana Santa, un periodo che invita alla riflessione, alla riconciliazione e al rinnovamento spirituale.
La celebrazione è iniziata presso la chiesa di San Michele Arcangelo, con la benedizione delle palme, seguita da una processione che ha attraversato il centro storico di Rieti. I fedeli, accompagnati dai canti, hanno condiviso un percorso di fede visibile e palpabile, simbolo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ricordando l’importanza dell’umiltà e della vicinanza a Dio nel cammino della vita.
Elementi ricordati anche dal vescovo Vito durante il rito della benedizione, accompagnando i presenti nel cuore del significato spirituale della Domenica delle Palme: «Non ci troviamo a fare una semplice commemorazione», ha spiegato il vescovo, invitando tutti a riscoprire la propria Gerusalemme interiore. «Gerusalemme oggi non è solo la città martoriata e ferita dalla guerra: questa città è anche il nostro cuore, le nostre famiglie, i nostri quartieri, la nostra città, la nostra Chiesa diocesana, la Chiesa universale». Tanti luoghi diversi uniti dalla possibilità dell’incontro con Gesù, che «Davvero è “colui che viene in nome del Signore”».
Ad accogliere i fedeli nella basilica di piazza Mazzini il coro “Giuseppe Rosati” della parrocchia di Sant’Agostino, che ha animato una celebrazione eucaristica molto partecipata. E nell’omelia, mons. Piccinonna è tornato sull’opportunità di un incontro personale e comunitario con Gesù: «Abbiamo bisogno di andare alle sorgenti per la nostra fede, di non perderci in mezzo a mille cose», ha detto evidenziato la necessità di radicarsi negli insegnamenti e nell’amore di Gesù.
Una presenza che nella vita dei fedeli dovrebbe sempre tradursi in gesti concreti, che superano le parole: «Siamo invitati, noi cristiani soprattutto, a porre segni di controtendenza, gesti più che parole», azioni che riflettano l’amore e la compassione di Cristo nel mondo di oggi, segni tangibili di una spiritualità viva e attiva.
La bella e festosa liturgia si è conclusa con l’esortazione di don Vito a una partecipazione piena e consapevole agli eventi della Settimana Santa, ricordando l’importanza di questo tempo come momento di rinnovamento della speranza e della carità. La Settimana Santa è un cammino condiviso verso la luce della Risurrezione, un percorso di trasformazione personale e comunitaria. Soprattutto, una gioia da condividere e annunciare, senza timore, come sempre accade a chi fa una scoperta decisiva e non vede l’ora di parlarne agli altri.