Provincia di Rieti: un bilancio difficile

Il Consiglio provinciale di Rieti ha approvato nei giorni scorsi il Bilancio annuale di previsione 2012 dovendo fare i conti con un notevole taglio delle risorse.

Ed è proprio il presidente Melilli a definirlo «un Bilancio difficile da chiudere, ma grazie all’impegno dell’intera Giunta si è scelto di garantire i servizi essenziali ai cittadini. Ora si ragionerà sulle scelte da compiere nei prossimi mesi per dare solidità all’azione amministrativa in un periodo di grande incertezza».

Presidente lei ha preso parte anche ad un incontro a Roma proprio sulla sorte delle Province.

Sì, c’è stato un incontro al Ministero dell’Interno con il ministro Cancellieri proprio per affrontare la situazione delle Province.

Com’è la situazione?

Non mi faccio scrupolo a definirla drammatica. Come Provincia di Rieti abbiamo dovuto fare i conti con un taglio, per il 2011-2012 di dieci milioni di euro. Così stiamo distruggendo il sistema delle autonomie. L’ultima manovra ci ha messo in ginocchio, si tagliano i fondi e noi dobbiamo approvare il bilancio senza la possibilità di investire. Sono preoccupato, abbiamo una struttura di bilancio molto rigida, alcune risorse sono destinate alla formazione professionale e non puoi tagliare. E  noi finanziamo cose importanti come l’Università o il Conservatorio.

Cosa accadrà?

Non so cosa accadrà, ne parleremo con le forze di maggioranza. Intanto il Governo ha rimesso alle Camere la legge elettorale delle Province, con il presidente ed i consiglieri che non verranno più eletti dal popolo, ma dai consiglieri comunali. Sembra quasi sia stato fatto un favore alla casta.

Come vi muoverete nei prossimi giorni?

Convocherò una riunione di maggioranza per capire cosa fare. La Provincia di Rieti oggi ha otto assessori e con questi tagli non so di cosa si dovranno occupare. Decideremo come spiegare alla città e ai sindaci dei Comuni che non ci sono più fondi.

Presidente secondo lei la Provincia ha fatto da capro espiatorio per una situazione più grave e pagando per tutti?

La verità è che ormai è andata. Il dibattito è stato ben indirizzato da alcune forze politiche e dai media. L’inutilità delle Provincie è diventata ormai certezza ed invece è il sistema pubblico a non funzionare nella sua interezza. Serviva piuttosto una semplificazione delle competenze, visto che non si sa più chi fa cosa. Ma si preferisce togliere un pezzo e guardare avanti.

Cosa cambierà?

Le Province sono enti che hanno un rapporto diretto con i cittadini ed un ruolo importante nelle aree interne del Paese. La loro scomparsa sarà un grave un danno per molti comuni. E invece ancora siamo a parlare delle città metropolitane. Sono ventun anni che se ne parla ed è una cosa ovvia e chiara a tutti che le grandi città hanno bisogno di un governo diverso. Accade in tutta Europa. Ma in Italia individuiamo le soluzioni e poi non siamo in grado di metterle in essere.

Ma è vero che le Province “costano” così tanto?

Tutto ciò che fanno le Province vale l’1,5 per cento della spesa corrente. Quando togli risorse e le sposti ai Comuni, sai che gli stai dando competenze senza soldi. Forse avremmo dovuto fare una battaglia più di sistema. Invece l’idea che è passata è che volevamo solo difendere la poltrona. Ma il problema è molto più serio e riguarda tutti i cittadini.