Petrangeli: c’è rigore e rigore

La prossima uscita del settimanale «Frontiera» prova ad avvicinare un tema complesso: il rapporto tra la dimensione europea e quella locale. Tanto la crisi economica, quanto le difficoltà degli enti locali, sono infatti legate – oltre che a motivi contingenti – all’impostazione più generale delle politiche europee. L’indirizzo continentale è caratterizzato da uno strano liberismo. Permette al capitale finanziario e alle multinazionali di fare ciò che vogliono, mentre gli Stati e la dimensione pubblica più in generale si ritrovano con le mani legate dall’imposizione di una rigidità economica del tutto inedita.

Sono argomenti che abbiamo affrontato anche con il sindaco Petrangeli in una lunga intervista. Ovviamente, a margine del discorso sull’Europa, non abbiamo perso l’occasione per parlare anche della situazione più immediata del Comune. Sono gli argomenti affrontati sotto: uno stralcio di quanto sarà in edicola da domani 25 ottobre sul numero 38 di «Frontiera».

Partiamo dall’ultimo consiglio comunale. È stato approvato il riequilibrio di bilancio. Come vanno i conti del Comune? La prospettiva è sempre quella dei tagli?

I conti sono in linea con quanto ci aspettavamo. Rispetto al passato abbiamo fatto un bilancio preventivo veritiero e le variazioni sono state poco significative. Non dovrebbero esserci nuovi tagli all’orizzonte. Quelli già fatti riguardavano davvero la spesa improduttiva. Si tratta di circa 14 milioni di euro in meno rispetto al passato.

Comunque sia i tagli finiscono con incidere soprattutto sulle fasce più deboli.

Non credo sia così. Che una politica di rigore e di risparmio comporti anche una razionalizzazione degli interventi del Comune è nelle cose. Ma abbiamo fatto tutto il possibile per mantenere intatto il livello dei servizi. Anzi, in molti casi sono stati anche potenziati o aumentati. Il risultato positivo di questa politica rigorosa è stato un risparmio di circa 2 milioni e mezzo di euro. L’aspetto drammatico è che questi fondi non li abbiamo potuti spendere per il cittadino. Ci siamo ritrovati a dover saldare tutta una serie di debiti fuori bilancio, specialmente sotto forma di utenze e forniture, oltre ad un bel po’ di Iva arretrata. Tutte eredità lasciate da chi ci ha preceduto.

L’amministrazione è molto brava a pagare i debiti, ma eri stato eletto per portare una mezza rivoluzione…

Crediamo di essere alla fine di questo periodo di risanamento. Il che non vuol dire che ci prepariamo ad un tempo di “vacche grasse”. Però cominciamo a poter guardare con un po’ più di ottimismo al futuro. Possiamo davvero iniziare a sviluppare il programma ambizioso che abbiamo sottoscritto con gli elettori. Debiti fuori bilancio di questa amministrazione non ce ne saranno di certo! Approveremo il bilancio preventivo prima della fine dell’anno. Questo ci permetterà di progettare su entrate e spese certe tutti quegli interventi che richiedono pianificazioni pluriennali: lavori pubblici e politiche sociali innanzitutto. Speriamo con questo di ripagare i sacrifici che abbiamo chiesto ai cittadini. Sono sforzi che vengono chiesti un po’ dappertutto oggi in Italia. Certi Comuni sono stati costretti a diminuire i servizi, a chiudere gli asili. Noi non l’abbiamo fatto.

Però da tempo si dice che il Comune gli asili li privatizzerà!

Non è vero. Vogliamo solo riorganizzare il servizio. Già adesso è un misto: la gestione è pubblica, ma il personale è tutto di una cooperativa. Noi prendiamo atto di questa impostazione, ma ne vogliamo incrementare l’efficienza e l’efficacia. Va chiarito meglio cosa fa il Comune e cosa il privato, perché è anche in questa osmosi anarchica che si annidano gli sprechi. Lo stesso discorso vale per la casa di riposo.

A proposito di chi lavora ai servizi: il Comune è stato anche protagonista di una discussa stagione di licenziamenti…

All’inizio del mandato siamo stati costretti ad interrompere una serie di contratti di lavoro atipico, ma possiamo aggiungere che oggi abbiamo più di quaranta collaboratori. Vuol dire che il Comune sta tornando a dare lavoro. Sono tutti operatori che non pesano sul bilancio dell’ente, perché sostenuti da fondi Ministeriali, ottenuti partecipando ai relativi progetti. E il personale è stato scelto tramite bandi di concorso pubblici.

Questo non consola chi è stato costretto a rimanere a casa.

Me ne rendo conto, ma bisogna partire da alcuni dati di realtà. Le posizioni di precariato in Comune erano le più varie. Alcune situazioni corrispondevano ad una deriva senza controllo. Abbiamo cercato di fare ordine facendoci guidare dal rispetto della legge. E abbiamo cercato per quanto possibile di tenere aperte le strade per il riassorbimento del personale. A questo vale la pena di aggiungere che non tutto il precariato era uguale. Ce n’era una parte costruita – ed è stato comunque un errore – come una sorta di ammortizzatore sociale. Ma c’era anche gente che dal Comune ricavava un comodo secondo stipendio. Tutte situazioni che alimentavano un certo risentimento dei cittadini verso l’istituzione pubblica.

Del resto il contrasto dei furbi è una delle bandiere di questa Amministrazione, no?

Ti faccio un esempio: è bastato evocare l’idea di passare al vaglio della Guardia di Finanza tutte le domande di contributo per far diminuire le richieste di prestazioni al Comune. Molti hanno addirittura ritirato le istanze già fatte. Evidentemente tanta gente approfittava dei servizi senza averne diritto.