Giugno Antoniano Reatino 2023

Orientati nel mondo dalla Parola di Dio

Intenso e partecipato il pontificale presieduto dal vescovo Vito in Sant'Agostino nel giorno più importante del Giugno Antoniano Reatino

Antonio modello di una vita di piena fiducia in Dio. Il vescovo Vito, nel pontificale della domenica clou del Giugno Antoniano Reatino, attira lo sguardo sulla Parola proclamata nella liturgia domenicale e su chi, sant’Antonio di Padova, ha saputo perfettamente incarnarla.

Monsignor Piccinonna ricorda che «viviamo in un tempo fortemente disorientato, abbiamo bisogno di un oriente, e Antonio ci fa un grande dono, ci rimette in cammino con in cuore una parola che deve dirigere i nostri passi». E cita le parole di un altro grande santo, al quale è intitolata la basilica che anche quest’anno ospita le celebrazioni antoniane: «Il credente è colui che affronta il suo pellegrinaggio terreno considerando da un lato le persecuzioni del mondo, dall’altra le consolazioni di Dio», le parole del santo vescovo Agostino che don Vito richiama nell’omelia del solenne pontficale.

La basilica agostiniana di piazza Mazzini, dove l’effigie del “santo dei miracoli” issata sulla macchina posta dietro l’altare è circondata da un’abbondanza di fiori donati dai devoti, nella domenica che culminerà in serata nella processione dei ceri è un viavai di gente. Pienissime già le prime due Messe del mattino, per quella solenne presieduta dal vescovo si uniscono le autorità, coi gonfaloni di Comune e Provincia. Al canto introitale intonato dal coro diocesano, la processione dei celebranti, con la partecipazione di una rappresentanza dei fratelli portatori (i fortunati che, nel sorteggio della sera prima, si sono aggiudicati l’onore di sorreggere la macchina del santo), dei Cavalieri di Malta e di quelli del Santo Sepolcro, fa il suo ingresso in basilica.

Si innalza solenne il fumo dell’incenso, con le voci dei fedeli nel canto e nelle preghiere, fino al religioso ascolto delle letture che poi offrono al vescovo lo spunto per la sua riflessione. Letture che invitano a una risolutezza nella fede che nulla deve temere, perché Dio non fa mancare mai la sua vicinanza. Quella vicinanza, dice monsignore, «che Antonio, come tutti i santi, ha vissuto in modo palpabile». Il frate portoghese che seguì la via di Francesco d’Assisi, sottolinea Piccinonna, «non ha fatto a meno di Gesù mai, non solo nei giorni di festa. In tutta la sua vita non ha messo mai da parte Dio, l’ha tenuto sempre dinanzi al suo orizzonte e da questo scaturivano tutte le scelte, anche le più difficili».

Ha ben messo in pratica quanto Gesù, nel Vangelo, raccomanda ai discepoli che ha inviato nel mondo: sì nel mondo, perché la vita cristiana, precisa don Vito, «non si gioca nel chiuso delle sagrestie, è un’esistenza esposta al mondo, agli altri, alla storia: non un cristianesimo di nicchia, ma un cristianesimo di popolo, un cristianesimo che profuma di storia, capace di sporcarsi le mani nella storia, le mani ma non il cuore». E ai discepoli «ripete per tre volte “Non abbiate paura”». Un appello che continua a rivolgere anche a noi: «Se sei nel bene, non aver paura! Nella Sacra Scrittura questo invito a non temere si trova ben 365 volte! quasi che all’alba di ogni giorno Dio ripeta “Non aver paura, io sono con te!”».

E invocando l’intercessione di sant’Antonio nella preghiera comune si chiede ancora questo: che non venga mai meno, nei discepoli di oggi, questa fiducia e questa speranza.