Giugno Antoniano Reatino

Tante emozioni e grande partecipazione alla Processione dei Ceri

Partecipatissima dai fedeli e dalla città che l'ha accompagnata con due ali di folla lungo l'intero percorso la Processione dei Ceri, momento più atteso del Giugno Antoniano Reatino

I festeggiamenti per il Giugno Antoniano Reatino sono partiti come da tradizione una decina di giorni fa, con l’esposizione della statua di Antonio in concomitanza con il giorno in cui la Chiesa ha celebrato uno dei santi più amati al mondo. Si sono susseguiti convegni, eventi, concerti e tante occasioni di vario genere per stare insieme nel segno comune della devozione del santo più amato dalla città di Rieti.

Nel frattempo, nell’ultima settimana, sono cresciuti caldo e adrenalina, fermento e preparativi per la domenica della Processione dei Ceri, il giorno che raccoglie l’intera città al seguito della macchina del santo.

Fin dal primo mattino passerelle rosse allestite nel centro storico reatino, per proteggere il manto stradale dalla cera che fluirà copiosa, portata in processione dalla migliaia di fedeli. E dalle 7.30 chiostro di Sant’Agostino allestito con tavoli e tovaglie: anche quest’anno è stata preparata la tradizionale colazione di Sant’Antonio, un tempo pensata per dare energia ai portatori in vista del loro grande sforzo fisico. Negli anni, il consueto appuntamento con la dolcezza mattutina si è andato invece espandendo a tutti i cittadini, che non rinunciano a un appuntamento devozionale pensato per far colazione con i propri cari. E proprio per consentire che tutti i reatini possano iniziare la giornata allo stesso modo, i confratelli della Pia Unione provvedono con solerzia a portare biscotto e cioccolata anche agli infioratori, agli ammalati, alle famiglie che ne facciano richiesta.

Mentre per le strade cittadine hanno iniziato a prendere forma e colore le tradizionali decorazioni realizzate con petali di fiori e materiali naturali, il vescovo di Rieti monsignor Vito Piccinonna ha raggiunto Sant’Agostino per il Solenne Pontificale, senza dimenticare di salutare prima gli infioratori, i collaboratori, le tantissime persone che hanno collaborato a vario titolo e in vario modo per la grande festa in onore di Antonio da Padova.

«Viviamo in un tempo storico a forte caratterizzazione disorientativa – ha detto il vescovo – per cui abbiamo bisogno tutti di un punto sorgivo da cui attingere luce: Antonio oggi ci fa un grande dono, perché ci rimette in cammino con la Parola che ci risuscita e dà forza alla nostra esperienza quotidiana».

Dopo la celebrazione eucaristica, come di consueto, la distribuzione del pane di sant’Antonio sul sagrato della basilica, anch’esso da portare a casa, spezzare e dividersi insieme nel pasto del giorno di festa. I portatori, come di consueto, sono stati estratti nella tarda serata del sabato: a scandire i loro nomi il priore Alessandro Brunelli, affiancato dal sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi e da tutti confratelli. E man che i bimbi estraevano i sessantaquattro nomi più le riserve, in chiesa scoppiavano applausi, ma anche pianti dirotti. Nessuno ha osato chiedere, alla signora con gli occhiali scuri, cosa avesse suscitato tanta emozione, nel nome appena scandito. «Sono sensazioni che restano nel cuore di chi sa e di chi prega o ha pregato sant’Antonio in un particolare percorso della vita», sussurra un uomo.

Un quintale a persona, circa, il peso della macchina e della statua che ciascuno dei facchini in saio nero dovrà portare sulla spalla, in gruppi di sedici persone e circa cento metri per tratto. «No, non ci pesa. La gioia è mille volte più grande della fatica». È ora di pranzo, si mangia insieme, chi al lavoro e chi a casa. Sulla città scende il silenzio del primo pomeriggio e si scandiscono le ore che portano alle 18.30.

La Processione dei Ceri tarda qualche minuto, e prende ufficialmente avvio pochi minuti dopo le 19, quando sant’Antonio si affaccia sulla città che tanto lo ama, con l’annuncio dei colpi scuri. Poco prima, la benedizione del vescovo ai portatori: «Vi ringrazio per il vostro servizio, la testimonianza di Antonio ci aiuti nel concreto della nostra vita».

L’avvio è lento ed emozionante, si passa in via Terenzio Varrone e via Cintia, fino a giungere di fronte alla Cattedrale per la benedizione del vescovo Vito, pastore della diocesi di Rieti al suo primo Giugno Antoniano. Con una qualche emozione nei suoi occhi mentre salutava piccoli e grandi.

In corteo anche i malati dell’Unitalsi, accompagnati dai solerti volontari, oltre ai sacerdoti, i religiosi, le confraternite, le bande, la città intera.