Giugno Antoniano Reatino

Il giorno più bello

Il giorno della Processione dei Ceri del Giugno Antoniano Reatino dona occhi nuovi per vivere la città, invita a riprendere domande messe da parte, suggerisce miglioramenti possibili e desiderabili

Sarà banale, ma la cosa più bella del Giugno Antoniano Reatino è il giorno della Processione dei Ceri. Le luminarie sono ipnotiche, la girandola delle persone dà le vertigini, le infiorate aggiungono freschezza e colore. Imperdibili i tanti piccoli riti che partono dalla gustosa cioccolata della mattina e finiscono con spettacolari fuochi artificiali nella notte. La macchina del santo portata a spalla è portentosa, la doppia fila delle persone coi ceri in mano affascina e commuove. Il clima è di gioia e allegria.

E per un giorno è bello che il centro sia libero dal traffico e dalle auto in sosta. Improvvisamente le strade diventano più larghe, i palazzi ritrovano il profilo, le piazze smettono di essere parcheggi e i monumenti non paiono più sotto assedio. In processione si misura la città passo a passo, meraviglia essere capaci di coprirla a piedi senza problemi.

Ci avrete fatto caso: mentre si compongono le infiorate le vie vengono riconquistate dalle persone, i bambini giocano in sicurezza e i più anziani si sentono di nuovo a proprio agio. Tutto sembra tornare al posto giusto. Viene quasi nostalgia, si avverte di aver perduto un modo di vivere più appropriato. Sale il dubbio che il centro storico sia mezzo svuotato perché divenuto scomodo e invivibile.

Ma è solo la debolezza di un momento. Altrimenti il disagio del giorno dopo non sarebbe per qualche scivoloso residuo di cera, ma per il ritorno della bruttezza e della congestione, per la sicurezza ridotta, per la facilità di movimento nuovamente perduta. Sarà che indaffarati dalle urgenze quotidiane la maggior parte di noi neppure s’accorge di quanto la città sia impacciata e pericolosa. Non facciamo più caso agli ostacoli e allo spazio che manca, o siamo solo rassegnati a considerare strade ostili e in disordine un male necessario, un falso problema.

Arrivare a fine mese e pagare le bollette è senz’altro più urgente e può sentirsi offeso solo chi se lo può permettere. Ma davvero una città più vivibile sarebbe un lusso? Se fosse meno appesantita non sarebbe un vantaggio per tutti?

In un articoletto sul suo blog, lo scrittore e imprenditore americano Seth Godin mostra come immaginare il cambiamento a partire dalle domande banali che abbiamo smesso o evitiamo di farci: cosa accadrebbe se i mezzi di trasporto collettivi fossero efficienti e gratuiti? Se i bagni pubblici fossero sempre aperti, puliti e sicuri? Se ci fosse una tassa sui negozi sfitti da troppo tempo?

E cosa accadrebbe se non fossimo costretti a prendere la macchina per ogni faccenda, se pensassimo la città a partire dalle persone e non dalle automobili? Provare a rispondere potenzia l’immaginazione e può aiutare a disegnare spazi pubblici più vivibili. Molte città hanno fatto queste scelte con grande soddisfazione. Altre lo stanno facendo. Forse è tempo di ragionarci su con convinzione anche a Rieti.

Il bello di questa domenica è che non servirà un esperimento mentale. Basterà guardarsi intorno e domandarsi se lo scenario sia quello desiderabile, se non sia il caso di farne un obiettivo per la vita di tutti i giorni. In fondo per avere città più vivibili basta misurarle sui bisogni dei bambini e dei più anziani: quando sanno accogliere loro, vanno bene per tutti quanti.