Muoversi per lavorare: meglio a piedi?

Il neonato Comitato Pendolari Reatini non perde tempo e porta avanti una dura battaglia sul servizio di trasporto pubblico regionale.

È iniziato tutto con la rabbia e la disperazione di chi non ce la fa più. Di chi ogni giorno deve raggiungere il proprio posto di lavoro utilizzando mezzi che, troppo spesso, sembrano carri bestiame e che sono un insulto per quanti lasciano Rieti alle prime luci dell’alba e ci tornano al tramonto. Sempre che il mezzo del Cotral non si fermi per un guasto e arrivi alla fermata nell’orario previsto. Perché, in quest’ultimo anno, capita più volte al giorno che le corse siano soppresse senza che i malcapitati pendolari ne sappiano qualcosa. E così rimangono sotto al sole rovente o al gelo o sotto la pioggia, aspettando un autobus che non arriverà mai.

Ecco allora che alcuni cittadini-pendolari hanno pensato di riunirsi in un comitato che ha preso il via dalle pagine di Facebook. In pochissimo tempo ha portato alla raccolta di oltre 800 firme. Una protesta che avanza veloce come il vento, sul web e lungo la Salaria con uomini e donne, giovani ed anziani che avanzano le loro richieste e segnalano il pessimo funzionamento del servizio di trasporto pubblico extraurbano lungo la tratta Rieti – Roma. Portavoce del Comitato Fabio Mareri affiancato dal vice presidente Maria Carmela Silipo. Ed è proprio Fabio a spiegare cos’è il Comitato Pendolari Reatini: «È un organo spontaneo senza scopi di lucro che si prefigge di intervenire a favore di tutti coloro che, per motivi di lavoro, studio o qualunque altra attività personale, devono utilizzare i mezzi di trasporto extraurbano».

Cosa chiedete?

Per prima cosa il miglioramento del servizio extraurbano con un conseguente miglioramento della qualità della vita dei pendolari. La raccolta firme, partita su iniziativa di alcuni di voi, ha riscosso un successo incredibile. In pochissimi giorni abbiamo raccolto più di 800 firme e i contatti sulla nostra pagina di Facebook, sono vicini a quota 500.

Tieni a precisare, come recita anche lo statuto, che è un comitato apolitico.

È la cosa più importante perché il Comitato deve rappresentare tutti al di là dell’appartenenza politica perché chi viaggia ha problemi uguali. Per lo statuto un membro che si candidi a cariche pubbliche deve dimettersi prima delle elezioni cui intende partecipare. Lo stesso vale qualora gli venissero conferiti incarichi politici o sindacali.

In questo periodo vi state dando da fare per coinvolgere più persone possibile e per tenere alta l’attenzione su quello che è diventato un problema gravissimo per chi viaggia.

Infatti stiamo cercando, attraverso la stampa e anche Facebook, di tenere alta l’attenzione nella cittadinanza mediante un’informazione puntuale e altre attività. Vogliamo anche essere, come Comitato, un termine di confronto con le Istituzioni, gli Enti Locali e le Aziende di Trasporto. Nei prossimi giorni verranno sicuramente organizzate altre iniziative che, in sintonia con lo Statuto, siano volte a promuovere e pubblicizzare il Comitato.

Insomma è “guerra” aperta con il Cotral.

Io ho iniziato a viaggiare sui mezzi del Cotral diciotto anni fa e devo dire che già allora la situazione non era rosea, ma in questi ultimi anni è decisamente peggiorata. In più va detto che è aumentato in modo esponenziale il numero di persone costrette a viaggiare, anche a fronte delle condizioni precarie imposte dall’attuale crisi. Purtroppo Cotral si dimostra inadempiente nel rispettare le tabelle di esercizio, comunque non più adeguate alle esigenze dei pendolari e, cosa ancora più grave, non curandosi minimamente dei tantissimi disagi causati all’utenza.

One thought on “Muoversi per lavorare: meglio a piedi?”

  1. Maria Laura Petrongari

    Una prospettiva da traversata oceanica si aprì al mio sguadro 20 anni fa allorchè , costretta a viaggiare in autobus da Rieti a Roma tutti i giorni per raggiungere il mio posto di lavoro (Ufficio Ministeriale) : uscivo di casa alle 5,30 e vi rientravo alle 17 se tutto andava bene. Con una famiglia appena costituita , la prospettiva desiderata della maternità, non avrei resistito al lungo come pendolare.Così dovetti rinunciare al mio posto di lavoro duramente conquistato da funzionario capo sezione di una direzione generale del Ministero del Lavoro , conseguito al termine di un estenuante concorso pubblico con formazione presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione a Roma.
    Naturalmente da allora la mia carriera si è bloccata con tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta oggi per me e la mia famiglia che vive a Rieti considerata la congiuntura economica e territorriale. Io e tante altre donne lavoratrici come me sono state penalizzate , anzi gravemente danneggiate dalle carenze e omissioni di una politica cieca che non ha mai curato gli interessi delle famiglie del nostro emarginato territorio con la realizzazione di collegamenti veloci verso la capitale. La recessione ha fatto il resto. E c’è ancora chi dice che il politico non è responsabile delle proprie azioni!!! Ci sono Paesi in cui esiste il reato di omissione di azione politica il che rapppresenta un passo di grande civiltà. Perchè chi si fa eleggere per governare e poi non sa governare o dice di non poterlo fare al meglio per cause estranee alla sua volontà , continua a permanere nel proprio ruolo e non lascia le cariche conseguite? Ognuno deve fare il mestiere che è in grado di fare e non quello che vuole fare a tutti i costi.
    Non aggiungo altro. Sono delusa , amareggiata, e risentita per come stiamo finendo noi reatini .Il Comitato dei pendolari finalmente dopo decenni ha preso corpo.Ora si facciano uscire allo scoperto le magagne, eliminare i punti oscuri che impediscono l’esercizio corretto di un servizio che va potenziato e migliorato e che deve restare pubblico.
    d.ssa maria Laura Petrongari

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