Meteo: l’autunno… infinito

I primi di marzo per i meteorologi sono un tempo di bilanci. Si possono tirare le somme sulla stagione invernale appena trascorsa. Per chi si occupa di queste cose, infatti, il passaggio di consegna tra le stagioni avviene all’inizio del mese.

Il trimestre appena trascorso ha mostrato un inverno piuttosto latitante. Sono mancate quasi completamente le caratteristiche meteorologiche del periodo. Piuttosto che di inverno, infatti, sarebbe lecito parlare di continuità autunnale.

Da dicembre, un ben strutturato campo di alta pressione ci ha tenuto compagnia fino al Natale. Ha caratterizzato il periodo con cieli sereni e temperature abbastanza miti, se si esclude un po’ di freddo al mattino per via della dispersione di calore notturno.

Altra caratteristica di tale fase sono state le nebbie: presenti e persistenti, specie nella conca reatina. Tale fenomeno ha fatto sì che i residenti potessero giovare di meno del riscaldamento solare diurno, rispetto a quanti abitano in sabina o sulle alture. Una condizione che ha fatto percepire alle persone più freddo di quello che in realtà era.

Durante i giorni della Natività si è avuto un cambio di circolazione e da un promontorio di alta pressione siamo passati a correnti occidentali piuttosto tese. Questa configurazione, di chiara natura atlantica, è stata causa di frequenti ed intense precipitazioni, che ci hanno tenuto compagnia anche per i due mesi successivi.

Tanto che gennaio e febbraio 2014 verranno ricordati per la gran quantità di pioggia scaricata. Questi fenomeni, però, si sono verificati in quadro termico di gran lunga superiore a quanto c’è da attendersi per la stagione. Le precipitazione sono spesso risultate piovose anche in montagna, e quando è scesa un po’ di neve difficilmente si e andati al di sotto dei 1500 metri di altitudine.

Sono caratteristiche più consone all’autunno piuttosto che all’inverno. Ecco perché tutti gli studiosi e gli appassionati di meteo sembrano concordi nell’affermare che abbiamo vissuto un “autunno perenne” piuttosto che due stagioni distinte e ben definite nelle loro caratteristiche.

E dopo questo “non inverno”, cosa ci aspetta? Proviamo ad azzardare qualche anticipazione sulla prossima primavera. Altra stagione di passaggio, si aprirà con caratteristiche paradossalmente più invernali… dell’inverno. Le correnti si disporranno da quadranti più settentrionali, causando una moderata discesa delle temperature.

La formazione di minimi di pressione mediterranei potrebbero provocare precipitazioni che, in questo quadro termico, rischiano di risultare nevose anche alle quote in cui si sarebbero dovute verificare durante l’inverno. Attenzione, non si tratterà di ondate di gelo storiche o catastrofiche, ma di situazioni da inverno mediterraneo.

Tale configurazione, comunque normale per il periodo, probabilmente non ci terrà compagnia per troppo tempo. E trattandosi di correnti ondulate non mancheranno periodi più asciutti e miti.

A seguire, il getto delle correnti dovrebbe divenire più occidentale, provocando un rialzo termico, maggior soleggiamento, ma anche fasi piovose atlantiche, come quelle di gennaio e febbraio. Tale situazione caratterizzerà per lo più l’ultima decade di marzo e buona parte del mese di aprile, quando il ritorno di aria un po’ più fresca da nord potrebbe guastare le feste di fine mese.

Maggio dopo una partenza ancora un po’ stentata, dovrebbe regalare, a partire dalla seconda decade, le prime concrete rimonte alto pressorie, che visto le temperature elevate dei mari, anche durante l’inverno, potrebbero fin da subito mostrare la caratteristica di caldo intenso.

Quello della temperatura marina elevata è un elemento che, se non subirà variazioni sostanziali, sarà in grado di caratterizzare il clima non solo dalla primavera, ma anche dell’estate ventura.

Come sempre va tenuto a mente che su periodi così lunghi non si possono fare previsioni, ma tracciare linee di tendenza soggette a conferme sia nella tempistica che nell’intensità.

Comunque la primavera non dovrebbe discostarsi più di tanto dai canoni. Ed essendo anche essa una stagione di passaggio, come l’autunno, potrebbe rifletterne le stesse caratteristiche. Chissà che a giugno non commenteremo così: «settembre 2013, giugno 2014 l’autunno infinto!»