Ucraina

Mariupol rifiuta la resa, bombe a Kiev. Cremlino: no a incontro Putin-Zelensky

Borrell (Ue): a Mariupol un immenso crimine di guerra. Per oggi è attesa la ripresa dei colloqui tra Kiev e Mosca in formato online, mentre proseguono le attività della diplomazia

È cominciata con un bombardamento notturno a Kiev la 26esima giornata di guerra in Ucraina, mentre scadeva, alle 5 del mattino, l’ultimatum russo per la resa di Mariupol, città assediata da settimane e allo stremo perché mancano acqua, elettricità e c’è poco cibo. La Russia aveva assicurato un passaggio sicuro per tutti coloro che avessero deposto le armi, ma Kiev ha respinto la proposta di resa della città, che costituisce un asset strategico in quanto consentirebbe a Mosca di completare il ponte terrestre dai territori del Donbass sotto controllo russo alla Crimea.

“La resa non è un’opzione”, ha dichiarato la vicepremier Iryna Vereshchuk aggiungendo che l’Ucraina “chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro” per l’evacuazione dei civili. In una lettera, il ministero della Difesa russo sosteneva però che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto stamani ai giornalisti che per il momento è escluso un incontro fra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky in quando le posizioni delle parti nei colloqui tra delegazioni sono ancora troppo distanti. Il Cremlino incolpa il governo di Kiev di non voler veramente negoziare. Sull’eventualità di sanzioni sull’energia, Peskov ha detto che “gli Stati Uniti non avrebbero nulla da perderci”, ma “la decisione di imporre l’embargo sulle forniture di petrolio russo peggiorerà l’equilibrio energetico in Europa colpendo tutti”.

Bombe su centro commerciale a Kiev: 8 morti

Nella capitale i bombardamenti hanno investito alcune case e un centro commerciale nel quartiere di Podil, nel quale è scoppiato un vasto incendio che ha reso necessario l’intervento di 11 squadre dei vigili del fuoco: il bilancio è di otto vittime.

Nella regione di Sumy, bersagliata da caccia russi diretti verso il centro dell’Ucraina, c’è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità hanno lanciato l’allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito, raccomandando agli abitanti di prendere precauzioni. Più tardi il sindaco, su Telegram, ha rassicurato: situazione sotto controllo.

Nuovo allarme anti-aereo a Leopoli. Le sirene hanno suonato attorno alle 9.30 ora locale. È la terza volta in meno di dodici ore che dagli altoparlanti della città dell’ovest arriva l’ordine di correre nei rifugi.

Due navi russe sono apparse in un’incursione a distanza nel porto di Odessa e hanno aperto il fuoco “in modo indiscriminato”. Lo ha riferito su Telegram il portavoce del quartier generale operativo dell’amministrazione militare regionale di Odessa Serhiy Bratchuk. L’artiglieria delle Forze armate ucraine avrebbe aperto il fuoco in risposta e avrebbe allontanato le navi dalla riva.

Un attacco con missili ha colpito un’area di addestramento militare a Rivne, nella parte nord-occidentale dell’Ucraina, a
circa 300 km a ovest di Kiev. Lo riportano i media internazionali, citando un video in cui il governatore dell’oblast di Rivne, Vitaliy Koval, spiega che le forze russe hanno colpito una zona di addestramento militare con due missili.

Dall’inizio della guerra, sono 115 i bambini uccisi e 148 quelli feriti, stando al bilancio aggiornato della Procura Generale di Kiev. Il numero più alto si registra nella regione di Kiev (58) seguita da quelle di Kharkiv (38), Cernihiv (31) e Donetsk (29).

Borrell (Ue): “A Mariupol un immenso crimine di guerra”

“Quello che sta accadendo a Mariupol è un immenso crimine di guerra, qualcosa di orrendo, lo dobbiamo condannare in modo netto, la città è completamente distrutta” ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. “Questa non è guerra ma la distruzione di un Paese senza considerazione delle leggi della guerra perché anche la guerra ha delle leggi. Moralmente, la Russia ha perso la legittimità. Putin merita la più netta condanna del mondo civilizzato”, ha aggiunto.

Le mosse della diplomazia internazionale

E mentre per oggi è attesa la ripresa dei colloqui tra Kiev e Mosca in formato online, continua a muoversi la diplomazia internazionale. La Svizzera sarebbe pronta a ospitare negoziati tra Russia e Ucraina, o comunque a fare da mediatore. “Le armi tacciano presto”, ha detto il presidente svizzero Ignazio Cassis atteso oggi al confine tra Polonia e Ucraina. E in Polonia si recherà questo venerdì Joe Biden: a Varsavia il presidente americano incontrerà il so omologo polacco Andrzej Duda, ha annunciato la Casa Bianca.

Per oggi pomeriggio è prevista una telefonata tra il leader Usa, il premier Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere – dice l’amministrazione Biden – “di una risposta coordinata all’attacco immotivato della Russia all’Ucraina”. Johnson ha intanto detto di aver parlato ieri con Zelensky e di voler “promuovere gli interessi” di Kiev a vertici di Nato e G7 di questa settimana.

Sul fronte delle sanzioni, da Washington arriva la minaccia i estendere le misure alle “vette più alte” dell’economia russa. Il vice consigliere per la Sicurezza nazionale americano Daleep Singh ha spiegato che le sanzioni potrebbero essere ampliate ancora di più e applicate ad altri obiettivi tra cui più banche e “altri settori” che non sono stati ancora toccati. “Non voglio specificarli, ma penso che Putin saprebbe cosa sono”, ha detto Singh.

E anche la Polonia intende confiscare proprietà e beni russi, ha affermato il premier Mateusz Morawiecki, che oggi ha in programma un incontro con l’opposizione nel quale discutere di come “congelare e confiscare le proprietà russe” in territorio polacco. “Da un lato ci sono restrizioni costituzionali per tali azioni, legate al diritto di proprietà; dall’altro sempre più polacchi non riescono a capire perché non possiamo farlo nel nostro Paese, come gli italiani che invece hanno confiscato gli yacht degli oligarchi russi”, ha detto Morawiecki.

Hackerato il social media russo VKontacte

Arrivano intanto notizie secondo le quali il social media VKontacte (Vk), il Facebook russo, è stato hackerato e usato per inviare ai suoi utenti informazioni sulla guerra di Mosca contro l’Ucraina, incluse le difficoltà dell’esercito russo e il bombardamento di infrastrutture civili. Dall’account ufficiale del social network sarebbero partiti messaggi come: “L’esercito russo ha distrutto molte città pacifiche e più di 5.000 civili, di cui 100 bambini, sono morti”.

da avvenire.it