“Le violazioni ai diritti umani in Libia sono oggi peggiori che mai, anche rispetto al tempo di Gheddafi. Perfino i bambini vengono rapiti, e se le famiglie non pagano il riscatto, uccisi”. E’ la drammatica testimonianza di Hassan Mohamed El-Amin, giornalista e direttore di “Libya al Mustakbal”, raccontata durante l’incontro “Crisi Libia. Una mappa per uscirne”, organizzato oggi a Roma dall’Istituto affari internazionali. “C’è grande caos nei diritti umani, con violazioni diffusissime, perpetrate da tutte le parti – ha detto -. Ora siamo nella fase dei rapimenti dei bambini. Una famiglia non ha pagato e il figlio purtroppo è stato ucciso. Gli ex prigionieri rilasciati dalle carceri sono stati uccisi”. Le violazioni dei diritti umani continuano “perché il Paese è diviso – ha spiegato El-Amin -: vi sono moltissimi gruppi, non c’è stabilità e la società civile è frammentata o politicizzata”. “I due pilastri sui quali si dovrebbe poggiare la democrazia e il rispetto dei diritti – media e società civile – sono deboli”, ha sottolineato. A suo avviso il governo Sarraj “non può fare molto: senza il sostegno di tutte le parti non si potrà trovare stabilità”. El-Amin ha ricordato la gratitudine del popolo libico con la liberazione nel 2011: ma tutte le aspettative sono state vanificate, anche in seguito alle azioni della comunità internazionale. “Molti fattori hanno reso lo scenario libico così triste e senza speranza. Ognuno va biasimato e condannato”, ha concluso amaramente.