Legambiente Centro Italia per l’educazione ambientale tra i detenuti

Proseguono le iniziate di Legambiente Centro Italia portate avanti in collaborazione con la direzione della Casa Circondariale di Rieti. Dopo la consegna degli attestati di partecipazione ai detenuti che hanno superato il primo corso di educazione ambientale si parte di nuovo con un secondo corso, che parte il 20 luglio e si concluderà a settembre, per dare la possibilità di partecipare a tutti coloro che, per l’alto numero di iscritti, non avevano potuto frequentare la prima edizione.

Intanto, all’interno del carcere, si è tenuta la prima giornata ecologica, che ha visto i detenuti volontari del circolo interno “Araba Fenice” armati di guanti, sacchi, scope e rastrelli dedicarsi alle pulizie dei cortili dell’Istituto di pena.

«Il messaggio che si vuole trasmettere con la giornata ecologica – spiega Ermenegildo Balestrieri, presidente di Legambiente Centro Italia – è quello di avere sempre e comunque a cuore le condizioni degli ambienti in cui si vive perché il suo decoro è direttamente proporzionale al decoro morale e civile di ogni individuo».

Questa nuova manifestazione si inquadra nel progetto “Social’Ambiente” avviato tre mesi fa grazie ad un protocollo d’intesa che la direttrice del carcere, Vera Poggetti ha firmato con Ermenegildo Balestrieri e in cui si contemplano diverse attività pratiche e teoriche, contributo che l’associazione ambientalista reatina sta offrendo al piano di lavoro avviato dalle maestranze dell’Istituto e che recentemente, in occasione della visita del Ministro della Giustizia Paola Severino al carcere di Rieti, è stato ribadito dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino. Il carcere di Rieti avrà quindi un nuovo indirizzo evolutivo per quanto riguarda il trattamento intramurario per le prospettive che offre ai suoi detenuti facendone un modello esportabile anche in altre realtà Italiane.

«In quest’ottica Legambiente, con i suoi educatori – conclude Balestrieri – vuole favorire le condizioni per un’acquisizione di competenze per i detenuti dentro le carceri, che faciliti opportunità di nuovo contatto con il mondo esterno, garantisca la spendibilità delle abilità acquisite per sperimentare possibilità di percorsi diversi come le pene alternative per una reintegrazione sociale dei condannati, per diminuire il rischio di recidiva e nel contempo valorizzare il patrimonio umano, naturale e culturale delle aree e dei soggetti coinvolti dalle proprie iniziative».