«La parrocchia è una grande famiglia». Don Ferdinando ha fatto il suo ingresso a Regina Pacis

«Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi». È a partire dalle parole del salmista che il vescovo Domenico ha indicato il compito di ogni comunità cristiana, di ogni parrocchia.

Nel giorno in cui don Fabrizio Borrello lascia quella di Regina Pacis alla cura pastorale di don Ferdinando Tiburzi, mons. Pompili ha spiegato come la parrocchia «debba innanzitutto garantire questa fiducia».

«Nonostante tutto quello che ci accade di vivere – ha detto il vescovo – la parrocchia deve essere una casa in cui ciascuno possa riattingere quella fiducia che l’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani del suo tempo, definisce come una consolazione eterna. Si va in chiesa e si è parte della Chiesa perché questa consolazione eterna e questa buona speranza è ciò di cui abbiamo più bisogno».

Di fronte alla nutrita assemblea di fedeli giunta per accoglierlo, mons. Pompili ha presentato don Ferdinando come la guida che garantirà loro «questa corsa del Vangelo». L’avvicendamento è un modo per «riossigenare il nostro ambiente, per ridare questa fiducia che nasce non dall’ottimismo della volontà, dalle pacche sulle spalle, ma dalla persuasione che Dio è con noi e ci ama per sempre».

«Caro don Ferdinando – ha detto poi il vescovo rivolgendosi direttamente al sacerdote – al di là dei limiti, dei carismi e delle qualità di ciascuno, non c’è spazio per altro. La parrocchia è uno spazio aperto a tutti in cui ritrovare la forza della fiducia e della speranza».

«Ma in questo non devi mai sentirti da solo» ha aggiunto don Domenico: «come un eroe è che sta di fronte alla sua gente. Il pastore sta avanti, ma pure in mezzo e qualche volta dietro la gente». Questo perché «Quando si parla di educazione, in questo caso di educazione alla fede, c’è sempre una reciprocità: il pastore senza gregge è senza scopo, ma anche il gregge ha necessità del pastore».

Il rito si è svolto in tutta la sua solennità, alla presenza di tanti fedeli della parrocchia e di familiari, amici ed ex parrocchiani di don Ferdinando; a rappresentare l’amministrazione civica, il sindaco Simone Petrangeli. Sull’altare, accanto al vescovo e al neo parroco, il suo predecessore don Fabrizio, i “parrocchiani” (avendo casa nel quartiere) monsignor Lorenzo Chiarinelli e don Lino Marcelli, il vicario zonale don Lorenzo Blasetti (è toccato a lui, nel rito di insediamento, dare lettura del testo del decreto di nomina) e don Luciano Candotti.

Anche per loro il grazie di don Tiburzi nel saluto rivolto al termine della celebrazione, dopo l’ultimo tassello del rituale con la consegna della chiave del tabernacolo e la riposizione dell’eucaristia. Un grazie innanzitutto al vescovo Pompili «che mi ha ridato nuova vita», ai confratelli sacerdoti (un pensiero particolare all’ex vicario generale monsignor Ercole La Pietra «perché ha sempre creduto in me»). Ma alla comunità affidatagli «il grazie più bello», con preghiera di portare il saluto anche «ai malati, dicendo loro che voglio incontrarli e portare a loro Gesù».

«La parrocchia è una grande famiglia» ha aggiunto il sacerdote, che mettendosi nella prospettiva di chi è chiamato a svolgere un servizio ha chiesto ai fedeli di essere aiutato con pazienza a comprendere le esigenze, a cogliere le necessità di tutti, impegnandosi a crescere insieme alla scuola della Parola di Dio: «Anche il sottoscritto ha bisogno di cibarsi della Parola di Dio. È sulla base del Vangelo che voglio fondare la mia presenza tra voi. A guidarmi è stato sempre il Vangelo e il santo Rosario. Ancora una volta mi trovo in una comunità intitolata a Maria… Che il Signore e la Madonna possano sempre guidarmi!».

A esprimere il benvenuto della comunità di Regina Pacis al nuovo parroco è stata poi Leonina Petroni Scipioni, quale segretaria del Consiglio pastorale parrocchiale, che ha ricordato le tappe della vita della parrocchia dalla fondazione ad opera di monsignor Carlo Bragoni negli anni Sessanta passando per i parroci e vice parroci che hanno contribuito a far crescere quella che è stata per anni la più grande e importante parrocchia cittadina.

Leonina ha sinteticamente presentato la realtà territoriale di Regina Pacis e la sua strutturazione pastorale. E a don Ferdinando, che nell’invito per la cerimonia di ingresso, riportato anche sulla apposita locandina, aveva espresso l’invito a “camminare insieme”, ha detto: «Ci chiedi di aiutarci, don Ferdinando, e noi siamo felici di esserti vicini con cuore gioioso, pieno di speranza, privilegiando l’aspetto comunitario, ecclesiale, per aiutarci a vicenda ricordando quanto disse Gesù: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro…”».

Il dono simbolico di benvenuto da parte dei fedeli, quello di una stola a significare la dignità del ministero sacerdotale, è stato infine consegnato al neo parroco da un gruppo di fanciulli, prima della benedizione conclusiva e del canto innalzato a Maria Regina della pace che ha concluso la ricca e partecipata liturgia, cui è seguito un momento di festa e convivialità nel salone parrocchiale.