Chiesa di Rieti

Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: riflessioni dall’incontro con il vescovo di Rieti

Durante un incontro a Rieti, presieduto dal vescovo Vito e con la partecipazione di Vincenzo Corrado della CEI, si è discusso il ruolo dell'IA nella comunicazione, evidenziando la necessità di un approccio umanistico e responsabile verso le nuove tecnologie

Il 13 febbraio, nella Sala degli Stemmi del Palazzo Papale di Rieti, si è tenuto un incontro significativo per gli operatori della comunicazione di Rieti, presieduto dal vescovo Vito. L’evento, arricchito dalla presenza di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI, ha segnato un momento di riflessione profonda sul ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) nella comunicazione e riprende il ciclo annuale di appuntamenti che la diocesi di Rieti propone nella vicinanza della memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Il vescovo Piccinonna ha aperto l’incontro sottolineando l’attualità del Messaggio di papa Francesco per la cinquantottesima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Il tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana” invita a una riflessione sul ruolo dell’IA nella nostra società e sulla necessità di un approccio umanistico e responsabile verso le nuove tecnologie.

Vincenzo Corrado, nel suo intervento, ha approfondito il Messaggio del Santo Padre, enfatizzando come l’IA, pur essendo una frontiera dell’innovazione tecnologica, debba essere integrata con la “sapienza del cuore” per garantire una comunicazione che rimanga autenticamente umana. Ha ricordato l’importanza di una meraviglia critica nei confronti del progresso tecnologico, che non deve mai prescindere da un’attenzione morale e da una valorizzazione delle relazioni umane.

L’incontro ha messo in luce la duplice natura dell’IA: da un lato, le sue potenzialità di miglioramento della comunicazione e dell’accesso all’informazione; dall’altro, i rischi legati alla perdita di autenticità e alla manipolazione delle informazioni. La necessità di un’educazione continua e di una collaborazione tra professionisti della comunicazione è emersa come elemento chiave per navigare il complesso panorama mediatico odierno.

La chiamata a una “comunicazione pienamente umana” evidenzia l’urgenza di un approccio che valorizzi l’incontro, l’ascolto e la parola, fondamenti irrinunciabili di ogni autentica interazione. Nel contesto dell’IA, questo significa sviluppare sistemi che supportino e non sostituiscano l’esperienza umana, promuovendo un’informazione veritiera e costruttiva. Due aggettivi sui quali è importante soffermarsi e domandarsi cosa vogliano dire in un tempo dominato dagli algoritmi, e nel quale il dialogo non si sviluppa solo tra gli uomini, ma tra gli uomini e le macchine e, in un certo senso, tra i soli meccanismi. Un contesto, ha concluso Corrado, che spinge a porre l’accento sulla responsabilità collettiva di comunicatori e fruitori nel costruire un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’umanità, non a suo detrimento.

Sull’onda di questa ricca riflessione, don Marco Tarquini, direttore dell’UCS diocesano, ha aperto un inteso dibattito, che ha mostrato le preoccupazioni, e con esse il livello di consapevolezza, degli operatori della comunicazione presenti. Lasciando avvertire l’esigenza da parte dei professionisti di non perdere, ma anzi moltiplicare queste occasioni di incontro e confronto, utili per rafforzare il bagaglio tecnico e deontologico, ma anche dal punto di vista delle relazioni.