Presentato nella serata di giovedì 29 luglio, nell’Area Sae di Accupoli, il libro “Andare Oltre. L’Azione della Chiesa nei luoghi del terremoto”, voluto dalla diocesi di Rieti per tirare le fila degli interventi fatti e da fare nei territori colpiti dal violento sisma del 2016.
«In questa sala ci sono molte persone che hanno lavorato tanto per superare quei terribili momenti – ha detto il sindaco Franca D’Angeli nel suo saluto di apertura – ma l’importante è che adesso siamo ancora qui, a fare tutti la nostra parte, perché l’importante è che si guardi sempre avanti e si sia forti per affrontare il futuro».
La parola più usata dal parroco don Stanislao Puzio è stata certamente “speranza”. Speranza di proseguire a vivere momenti spensierati in questi luoghi tanto duramente provati dalla tragedia, di vedere la luce in fondo al tunnel.
«È forse questo il tempo in cui si comincia a scorgere uno spiraglio – ha detto il parroco – e si inizia finalmente a passare dalle parole ai fatti superando i mille cavilli burocratici. Abbiano iniziato a vedere i cantieri, le gru, tutto questo ci fa ben sperare».
Don Stanislao ricorda uno dei primi incontri con il vescovo Domenico a Torrita, insieme a tutti gli altri sacerdoti della diocesi. Era il tempo della disperazione, del grande dolore. «La gente era impaurita, stremata, le scosse continuavano senza sosta. Ricordo che noi sacerdoti ci domandammo se valeva la pena di investire in un luogo così martoriato e già soggetto allo spopolamento. Mi rimase impressa la reazione quasi arrabbiata del nostro vescovo, che ci disse che certe cose non dovevamo neppure pensarle, e dovevamo fare tutti del nostro meglio, ogni istante, per mettere un po’ di speranza nei cuori delle persone».
Anche monsignor Pompili ripercorre quei terribili istanti, sfogliando le pagine del libro. «Venni qui il 25 agosto, c’era un accenno di tendopoli, proprio qui accanto, ma non c’era ancora una piena presa di coscienza dei fatti che erano accaduti. La vicinanza invece, non è mai venuta meno. La vediamo in queste foto, attraverso i volti di chi ha aiutato, animato, consolato, come fra Mimmo e fra Carmelo, che voi conoscete bene. Sono state tantissime le persone che con le loro azioni hanno reso più sopportabile il dolore, e con questo libro vogliamo in qualche modo restituire contezza, trasparenza, per quanto è stato ricevuto e ridonato».
Si parla di memoria, delle “gocce” di biografia contenute in un altro libro, quello che racchiude le brevi biografie di tutte le vittime. Ma si parla anche di futuro, attraverso i progetti in divenire, come quelli delle Comunità Laudato si’ nate in tutto il mondo che proseguono a lavorare per restituire stili di vita corretti e supportare i territori in difficoltà nel rispetto del creato.
Malinconia e ricordi negli occhi delle persone di Accumoli, sfiancate da cinque anni di difficoltà e tristezza, ma pronte e sorridenti all’idea di scrivere finalmente una pagina nuova per il loro paese.