Giovani storici alla scoperta del ‘600 reatino

Il Seicento appartiene senza dubbio al novero dei secoli aurei della storia reatina. Può sembrare un’affermazione spericolata, soprattutto quando si consideri che, anche astraendosi dal nostro territorio, di frequente è la stessa programmazione scolastica, soprattutto quella relativa all’insegnamento della letteratura italiana, a ostracizzare un periodo indigesto in primo luogo ai docenti. Tornando a Rieti, il XVII secolo risulta spesso oscurato dal Duecento, che, sebbene meriti tutta l’attenzione del caso, è regolarmente percepito da chi non sia un medievista di professione soltanto come l’epoca del passaggio di san Francesco nelle nostre terre.

Se un po’ di luce tornerà a lumeggiare il Seicento nostrano, lo dovremo, oltre che ai nostri bravi storici locali, anche a un manipolo di giovani allievi della IV M, sezione musicale, dell’Istituto Magistrale “Elena principessa di Napoli”. I ragazzi, coordinati dagli insegnanti Alessio Valloni e Simona Santoro, stanno partecipando a un concorso che prevede di approntare un lavoro su Cartesio e sul dualismo che ne segna il pensiero. XVII secolo puro, dunque, che gli studenti dovranno affrontare tentando di individuare addentellati e punti di contatto fra il piano generale del programma concorsuale e il livello della storia e della cultura del territorio di appartenenza.

«Frontiera» non mancherà di dare conto degli esiti delle ricerche dei ragazzi, del cui progetto non è ancora il caso di anticipare contenuti e piste d’indagine. Per il momento il nostro giornale si limiterà a raccontare brevemente i due intensi pomeriggi di studio e di approfondimento che Alessandra, Emanuele, Irene, Jacopo, Teresa, Thomas e Valeria hanno trascorso nei locali della curia vescovile e della Basilica Cattedrale gli scorsi 31 maggio e 5 giugno. L’Archivio Storico Diocesano di Rieti offre un’abbondante messe di documentazione relativa al Seicento reatino e con la Santoro è parso subito naturale invitare gli studenti a prenderne visione. Un ambito è emerso immediatamente come il più adatto a stimolare il loro interesse, quello della musica, che in curia può essere profittevolmente coltivato addentrandosi nei meandri del ricchissimo archivio della cappella musicale.

Alla fine è stato difficile incanalare l’interesse e l’entusiasmo dei ragazzi, che non di solo Seicento hanno voluto sapere. Le sessioni in archivio sono così diventate vere e proprie lezioni di storia della musica, non solo locale, che hanno potuto beneficiare della presenza a Rieti, in quei giorni, del maestro Angelo Fusacchia, reatino trapiantato a Roma ed esperto proprio di polifonia cinque-seicentesca, il quale da anni, insieme a Salvatore De Salvo, sta schedando le unità archivistiche del fondo musicale e versando i dati raccolti nel portale del Rism (Répertoire international des sources musicales). Mentre l’archivista Alfredo Pasquetti ha illustrato ai ragazzi i numerosi documenti relativi alla cappella musicale custoditi nell’archivio capitolare, dai decreti ai libri del camerlengato, dai programmi per i concorsi dei cantori agli inventari dei brani, Fusacchia si è occupato degli aspetti più strettamente musicali, compulsando con gli studenti, affascinati dal contatto con fonti di prima mano, partiture, libri corali e composizioni tardive di canto fratto. A tenere le fila del discorso il maestro Barbara Fornara, che in quanto direttore della Schola Cantorum “Chiesa di Rieti” e responsabile musicale diocesana per conto dell’Ufficio Liturgico è ormai la più diretta fruitrice dell’archivio della cappella. Forte della sua formazione filologica oltre che musicale, la Fornara, efficacemente spalleggiata da Fusacchia, è riuscita anche a istituire collegamenti con la letteratura capaci di riscattare l’immagine sempre un po’ angusta che di quel lato del XVII secolo filtra a scuola.

Per gli studenti, che hanno scattato fotografie e realizzato video anche nella pinacoteca ospitata dal salone papale e in Cattedrale, le ore trascorse in curia sono state momenti di diletto oltre che di approfondimento. La triangolazione tra Fornara, Fusacchia e Pasquetti ha offerto loro spunti e suggestioni ben al di là della consegna del concorso. Per esempio sul rapporto strettissimo tra la musica e la liturgia per cui le partiture che sono passate loro tra le mani erano concepite, o sulla possibilità di studiare non solo la Cattedrale o la diocesi, ma una Rieti a tutto tondo, attraverso la documentazione ecclesiastica di cui non hanno visto che pochi scampoli. Anche il vescovo Domenico ha voluto salutare i giovani del musicale, offrendo loro un piccolo momento di ristoro e vagheggiando possibili forme di collaborazione liturgico-musicale. Anche su queste, qualora si concretizzassero, «Frontiera» informerà a tempo debito.