Gerbino su Comifar: perché fornirsi lontano da Rieti fa scandalo per i farmaci e non per l’edilizia?

Il presidente ASM Luigi Gerbino, in risposta all’ex assessore comunale Costini, precisa che «l’ASM, in quanto Ente pubblico, soggiace a norme nazionali e fra queste quelle che riguardano l’accesso agli atti, pertanto, i consiglieri comunali e quanti in un legittimo interesse, possono accedere agli atti dell’azienda, incluse le offerte dei fornitori di farmaci, sempre rispettosi delle norme in materia di privacy».

Il tema è ovviamente quello della crisi Comifar. Il presidente Gerbino sottolinea che «relativamente alla possibile chiusura dello stabilimento a Rieti e sulle responsabilità di ASM, abbiamo sempre, anche in presenza dei sindacati, data la massima disponibilità a ricercare con i vertici Comifar soluzioni al problema, nel rispetto delle norme vigenti in materia di appalti e forniture ad aziende a controllo pubblico, ed a tal proposito è da rilevare la scarsa disponibilità dei dirigenti Comifar ad affrontare l’argomento».

«Ciò mi fa capire – dice ancora Gerbino – che il vero problema non derivi da Asm, ma da una precisa volontà dell’azienda distributrice di farmaci di riorganizzare la propria rete di distribuzione penalizzando il deposito di Rieti».

Secondo il presidente ASM «sarebbe interessante conoscere i passati fatturati del deposito di Rieti e come e di quanto sono variati per far si che l’azienda decidesse di chiuderlo, tutto ciò consentirebbe di capire anche quanto possa aver inciso il fatturato di ASM sulle decisioni prese».

Quindi Gerbino trae dall’appalto appena aggiudicato dalla provincia di Rieti per la costruzione del nuovo Istituto Alberghiero un ulteriore punto di riflessione: «mi domando – dice – il perché un’impresa romagnola può aggiudicarsi a Rieti un importante appalto in un settore in crisi come l’edilizia, dove le imprese locali hanno visto contrarsi di molto i fatturati con conseguente licenziamento di personale, ed invece un’azienda umbra o romana, non può aggiudicarsi una fornitura di farmaci? Punti di vista diversi per lo stesso fatto oppure speculazione politica?».

One thought on “Gerbino su Comifar: perché fornirsi lontano da Rieti fa scandalo per i farmaci e non per l’edilizia?”

  1. Vincenzo

    Quella di Rieti è davvero una provincia dove la politica fa come vuole e racconta come vuole.

    Parliamo “il declino che vive Rieti dopo vent’anni di governo del centrodestra”, come rivendica il candidato della Sinistra al Comune.

    Un declino che non può arrivare, secondo ragione, dal Comune (40mila abitanti o poco più), ma dalla Provincia che ha poteri e capacità di pressione, oltre a poter spendere (e spandere?) una marea di soldi.
    E, se parliamo della gestione “de sinistra” della Provincia di Rieti, si vede subito “dove” Rieti è stata declinante negli ultimi anni.

    Infatti, è la Giunta guidata da Melilli in Provincia che ha aggiudicato ad un’impresa romagnola un importante appalto come quello dell’Istituto Alberghiero, in un settore in crisi come l’edilizia, dove le imprese locali hanno visto contrarsi di molto i fatturati con conseguente licenziamento di personale.
    Oppure, come scrive “Sabina magazine” sempre a proposito dei doveri dalla Provincia di Rieti, il Polo della Logistica di Passo Corese compie dodici anni. Il mistero continua. Le domande restano insolute. Perché non è mai stato diffuso un piano industriale? Quali aziende si insedieranno? Perché “macroscopiche” modifiche alla variante vengono definite “di lieve entità”? Perché un ramo ferroviario sparisce insieme allo scambio merci ferro-gomma? Perché il raddoppio di metri cubi costruibili da 5,6 a 9,8 milioni?”
    Quale nuovo “sacco della Sabina” è in corso nel feudo di Perilli?

    Per non parlare delle ingenti somme spese (sperperate?) nel restauro del palazzo storico oggi sede della Provincia, dato che l’immobile è di proprietà privata.

    Una Provincia di Rieti che non fa abbastanza per salvare il “punto nascite” dell’ospedale provinciale De’ Lellis. Un “rischio declassamento del nosocomio”, come lo chiama Perilli, che però è stato causato dall’incapacità della Provincia (il Comune di Rieti è troppo piccolo) nel costruire alleanze interterritoriali. Un Perilli che invita il Centrodestra ad uscire dal letargo, mentre il letargo sembra esser tutto a casa sua.

    Per non parlare della «tenacia con cui il presidente della Provincia di Rieti ha affrontato la delicata situazione» ed il salvataggio di Coop Risparmio 76, fortemente integrata con la politica, mentre per Alcatel-​​Lucent/​Coreat tutto il problema è nella volontà politica di Vimercate (comune) o di Rieti (provincia) di attrarre le aziende.
    Supermercati e lobbisti si, tecnici ed operai no? Melilli come Mario Monti? Sembra di si.

    Una Provincia che non certamente un buon esempio se qualcuno volesse votare a sinistra in Comune.
    E non è finita.

    Decine di sedi scolastiche chiuse od accorpate senza una lettera di lamentele da parte della Provincia.
    L’ospedale di Amatrice ridotto ad una cattedrale nel deserto “per colpa della Polverini”, anche se a difenderlo in Regione dovevano pensarci Perilli e Melilli.
    Per non parlare degli gli agricoltori del territorio ancora in attesa del pagamento dei fondi comunitari che aspettano ormai da anni.

    Una sinistra reatina che “scopre le macroaree” nel III Millennio, come se non esistessero già da molti anni, e che riesce anche a chiamarle ‘strana invenzione’ (Perilli), senza rendersi conto che, in una qualunque cittadina che si rispetti, un “quartiere di 30mila abitanti” ha solo un commissariato e la posta.

    La sinistra reatina ha la responsabilità storica di aver remato contro lo sviluppo di Rieti, dato che è piena di tanti ex-democristiani eccellenti, ovvero “quelli di prima”. Una sinistra che riesce solo a riempirsi la bocca di “città dell’economia verde, città solidale, città dell’equità, città dell’energia, città digitale, città della salute”, mentre c’era da fare una sola cosa: aumentare la popolazione ed il PIL.

    Un treno perduto, ormai, dato che è impensabie che si chiudano a Roma o a Latina ospedali in territori densamente popolati e, poi, si lascino aperte strutture in zone quasi spopolate. E lo stesso vale per tutto.

    Un disastro compiutosi negli ultimi 4-5 anni, di cui non è il Comune ad averne le responsabilità, ma la Provincia.

    Una sinistra che sa fare politica solo fomentando “scandali” inesistenti, come per Viale Matteucci, dove l’esigenza di rimuovere le siepi e la decisione di farlo è di lunga data.
    Una sinistra che specula anche sul “migliore amico dell’uomo”, se in provincia di Rieti esiste un unico canile di proprietà privata, la società marchigiana Tecnovett srl, mentre dovrebbero essercene di pubblici per Legge n°. 281/91 e la Legge Regionale Lazio n°. 34/97.

    Dunque, per sapere cosa fare a Rieti, basta guardare a cosa ha fatto la Provincia in questi 5 anni per sapere chi non votare.

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