È stato nella morfologia della città e del territorio che il vescovo Domenico Pompili ha trovato le metafore per indicare – nel “Discorso” rivolto alla città in occasione dei vespri alla vigilia della solennità di Santa Barbara – semi di speranza e possibili linee di sviluppo per la comunità locale. E tra le risorse da valorizzare c’è senza dubbio l’acqua, «che segna il microclima della Città e sottolinea la particolare conformazione del nostro ambiente naturale».
«L’acqua di Rieti è la ‘fontana di Roma’ – ha ricordato il vescovo – ma non può essere solo un vincolo. Il nostro territorio ha uno straordinario patrimonio idrico, unico in Europa per quantità, qualità e concentrazione e vanta una storia idraulica/agricola millenaria ed esemplare».
Tutta questa ricchezza deve interpellarci su come mettere a frutto l’abbondanza di questo patrimonio che abbiamo ricevuto ‘in prestito’ e che dovremo consegnare integro e valorizzato ai nostri figli e nipoti. Perché ad esempio non pensare che Rieti possa diventare sede di una Esposizione permanente, Parco o Museo, dedicato all’acqua?
L’idea di mons. Pompili è «uno spazio sufficientemente ampio da accogliere la presentazione di questa risorsa non solo nel suo ciclo vitale e nei suoi elementi fondamentali (precipitazioni, sorgenti, fiumi, laghi) ma soprattutto attraverso tutte le potenzialità di azione e di utilizzazione, sensibilizzando ai rischi derivanti da calamità naturali, che diventano tragedie solo a causa delle cattive forme di gestione».
Ma «al di là del sogno – ha aggiunto don Domenico – per beneficiare dell’acqua si richiede che ci si organizzi in modo convergente».
Qualcuno nei miei primi colloqui mi ha mestamente confidato che qui, come altrove, si rischia l’alternanza… senza alternativa. Che sia una nuova forma di gattopardismo? Ciò che si richiede è invece lealtà nelle posizioni differenti, ma unità rispetto ai beni comuni da tutelare. Nel nostro tempo solo se si è capaci di fare insieme si riesce a non sprofondare nel grande marasma di un mondo economico sempre più competitivo.
E secondo questa prospettiva è arrivato anche l’invito a pensare «ai possibili finanziamenti che dall’Europa giungono anche in abbondanza purché ci sia qualcuno capace di proporre progetti e di renderli esecutivi».
Discorso alla Città del vescovo Domenico / Nell’esempio di Barbara ritrovare energia e speranza
Discorso alla Città del vescovo Domenico / Aprire porte nei muri per non implodere
Discorso alla Città del vescovo Domenico / Tre porte per tre direzioni di sviluppo
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Foto di Massimo Renzi.