Culture femminili: suor Bonetti, “non più schiave”. Uomini siano responsabili

È stata dedicata a “Il corpo femminile: tra cultura e biologia” la terza sessione della plenaria del Pontificio Consiglio della cultura, che si chiude domani in Vaticano su “Le culture femminili: uguaglianza e differenza”. Oggi, seconda giornata dei lavori a porte chiuse che vedono riuniti membri e consultori del Dicastero, a sollecitare il dibattito sono state Micol Forti, direttrice Collezione d’arte contemporanea Musei vaticani; suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, e l’atleta Fiona May. Dieci milioni, ha ricordato suor Bonetti, fondatrice di “Slaves no more”, impegnata contro la tratta e lo sfruttamento sessuale delle donne, gli uomini italiani che alimentano il mercato della prostituzione, spesso forzata. “Umiliazione, ferite, svuotamento di sé, senso di colpa”: questi i sentimenti delle tante “donne di strada incontrate, trattate come oggetti, come merce”. “Noi donne – afferma con decisione – dovremmo indignarci e reagire allo sfruttamento del corpo femminile, a partire dagli spot pubblicitari”. Dalla religiosa anche l’invito agli uomini ad essere “responsabili contro questa schiavitù” e ad “aiutare altri uomini a recuperare la loro dignità”. Domenica si celebrerà la Giornata mondiale di preghiera, riflessione e azione contro il traffico di esseri umani, definito da Papa Francesco “crimine contro l’umanità”. Si potrà sconfiggerlo, conclude suor Bonetti, solo “eliminando povertà, corruzione e ignoranza”.