Costini (Area): vi spiego perché l’Informagiovani andrà all’Arci

Felice Costini

In questi giorni, sarà per l’atmosfera determinata dalla straordinarietà del Conclave che sembra confermare la profezia del Malachia, mi sento di poter anche io profetizzare alcuni eventi futuri; certo su argomenti più prosaici e meno fondamentali per il mondo del destino del soglio pontificio, ma, con molta umiltà, credo di poter prevedere il risultato del bando comunale di Rieti sull’affidamento del servizio Informagiovani: l’associazione aggiudicatrice sarà l’ARCI!

Non so se questa convinzione mi derivi dall’aver sviluppato poteri di precognizione, o dalla lettura del bando. Certo individuare a Rieti quale associazione iscritta all’albo regionale, con sede nel nostro comune che contemporaneamente abbia come ambito di intervento principale la progettazione europea e allo stesso tempo svolga come attività trasversale il Servizio Civile, e che quindi sia accreditata all’Albo Nazionale ed abbia tra i suoi volontari le figure professionali richieste dalla circolare dell’USNC per il servizio civile, e che casualmente abbia esperienze pregresse in progetti sulla Banca del Tempo, non è opera da veggenti, è sufficiente fare una ricerca neanche tanto approfondita per scoprire che nel territorio comunale esiste una sola associazione con queste prerogative.

Ma il bando presenta un’ulteriore serie di curiosità, diciamo così: perché il servizio Informagiovani viene definito “senza rilevanza economica”, chi ha stabilito i criteri per definire un servizio del comune di Rieti con o senza rilevanza economica? Certo non il bando stesso, che a giustificazione riporta dei pareri AVCP che non chiariscono questo punto, ma anzi spiegano come sia vietato alle associazioni partecipare agli appalti pubblici; il che spiegherebbe il perché definire senza rilevanza economica l’Informagiovani (e prima ancora l’affidamento del Nespolo, per quasi 300.000 euro), solo così infatti è possibile permetter ad un ‘associazione, come l’ARCI, di poter partecipare.

Ma le incongruenze continuano, poiché non trattandosi di un appalto pubblico (al quale le associazioni non potrebbero partecipare) perché a chi risponde si chiede di produrre una dichiarazione firmata attestante il possesso dei requisiti di ordine morale previsti dagli articoli 38,39,40 del codice degli Appalti, requisiti che tra l’altro un’associazione non può per ovvi motivi possedere?

Ed ancora in base a quale legge si chiede all’associazione aggiudicatrice di garantire i livelli occupazionali, considerato che la l’art. 3 della legge 266/91 (legge quadro sul volontariato) dice che le associazioni di volontariato assumono nei limiti necessari al loro regolare funzionamento oppure occorrenti a qualificare o specializzare l’attività da essa svolta, e quindi non rispondere ad un bando?

La norma che è stata inserita in questo bando (e stranamente non in quello riguardante il Centro Rigliani di Greccio) è sancita all’articolo 69 del codice degli Appalti, e riguarda la necessità di garantire, in caso di fornitura di servizi da parte di un’impresa, i lavoratori disagiati (LSU, borse lavoro, dipendenti di cooperative) ma non può essere applicata nella fornitura di servizi “senza rilevanza economica” da parte di un’associazione di volontariato!

Ed ancora: l’esternalizzazione dei servizi non dovrebbe essere competenza del Consiglio Comunale? Perché la giunta Petrangeli si arroga una prerogativa dell’assemblea? E la partecipazione, la trasparenza, la legalità del programma elettorale che fine hanno fatto? Insomma più che una premonizione, l’impressione e che ancora una volta l’ineffabile Giunta Petrangeli ci abbia messo un po troppo del suo!