A fine dicembre, è il caso di togliersi il dente delle classifiche di fine anno. Ogni testata che si rispetti è infatti tenuta alla retrospettiva dei fatti, a catalogare le notizie per scovare una qualche coerenza nelle cose che accadono al di sopra delle parole. L’esercizio è propedeutico all’altro classico di fine anno: l’oroscopo del successivo. E poi serve alla stampa per darsi un tono, per ricordare al pubblico che le cose da sapere sono quelle riportate dai giornali. Punti di vista.
Per la nostra classifica abbiamo preferito camminare nell’acqua bassa e rivolgerci a Bard, la chat automatizzata di Google. Il giorno di santa Lucia ha ricevuto un significativo aggiornamento e non abbiamo resistito alla tentazione di stuzzicarla un po’. Per stare sul sicuro l’abbiamo fatta giocare in casa, informandoci sulle parole più richieste sul motore di ricerca.
«In termini assoluti – sì, stiamo virgolettando una macchina! – Inflazione è stata la parola più cercata su Google in Italia nel 2023, con oltre 50 milioni di ricerche. Guerra in Ucraina è al secondo posto, con oltre 40 milioni di ricerche. Coronavirus al terzo, con oltre 30 milioni di ricerche». Seguono Crisi economica, Crisi climatica, Metaverso, Criptovalute, Influencer, Amore, Scuola.
I dati, ovviamente, vanno analizzati e interpretati. Qui la buttiamo giù facile, restando sulla superficie. Intanto colpisce la distanza tra le parole negative e positive. Gli affetti, come si vede, restano indietro. Strano ma vero, anche nel 2023 l’indagine sul Coronavirus viene prima della ricerca di informazioni su come trovare l’amore, su come mantenere le relazioni e su come affrontare la perdita.
Che per certe cose ci si rivolga a Google dovrebbe a sua volta far riflettere. Ma lasciamo perdere, ora non possiamo: inflazione, guerra e crisi incombono. Sono tutti fenomeni che creano incertezza e angoscia. La ricerca di informazioni su questi argomenti fa indovinare persone che provano a capire cosa sta accadendo per prepararsi al futuro.
Quelle su metaverso e criptovalute sono indagini meno decifrabili. Potrebbero ad esempio alludere alla positiva curiosità di persone interessate a queste tecnologie per il loro impatto sul mondo. Magari sono mosse da un desiderio di cambiamento e miglioramento. Ma il metaverso potrebbe anche denunciare il bisogno di una via di fuga da una realtà sempre meno sopportabile e le ricerche sulle criptovalute smascherare il sogno di arricchirsi facilmente.
Quanto alla presenza della parola influencer, forse indica che il fenomeno è ancora molto importante nella società italiana, che in tanti vorrebbero diventare piccole Chiara Ferragni o lavorare a modo suo, magari dopo aver fatto la tara agli incidenti che trasformano la solidarietà in marketing.
Stiamo giocando, ricordiamolo, ma il gioco è una cosa seria. In rete siamo sinceri con noi stessi: siano cose frivole o impegnative, cerchiamo solo ciò che davvero ci interessa. E se da Google si ricava qualcosa delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini d’oggi, perché non tenerne conto? Scrutare i segni dei tempi e interpretarli è sempre bene. Farlo alla luce del Vangelo è dovere permanente della Chiesa. E nulla impedisce alla Provvidenza di suggerire qualcosa di buono dagli algoritmi di Bard.
Immagine di copertina generata con Adobe Firefly