Allora non ci siamo capiti?

L’anno 2011 si è chiuso con l’importante riconoscimento ufficiale, da parte di molti stati ed enti governativi, della gravissima situazione in cui imperversa il nostro pianeta dal punto di vista ambientale. Eppure…

Lo scorso 20 dicembre un impianto petrolifero di proprietà della Shell Nigeria, situato a circa 120 Km a largo del Delta del Niger, ha avuto una avaria, la cui conseguenza è stato uno sversamento in mare di 40.000 barili di greggio. Nonostante le rassicurazioni della Shell, la grande marea nera ha raggiunto le coste della Nigeria ed un’associazione ambientalista del luogo ha avvisato i pescatori dei gravi danni e delle ripercussioni sull’attività della pesca, fonte primaria di sostentamento per la nazione.

Il 10 gennaio, a Pechino, una fitta nube di smog ha ricoperto la città, riducendo la visibilità in alcuni casi a soli 200 metri, tanto da costringere le autorità aeroportuali a bloccare il traffico aereo fino al primo pomeriggio, quando la nube si è lentamente dissolta. Le autorità, regolarmente accusate di sottovalutare e sottostimare i valori di inquinamento, hanno assicurato che l’aria è buona; al contrario, l’ambasciata degli Stati Uniti, che usa misure indipendenti, ha messo in allerta sulle gravi condizioni climatiche. A Pechino sono presenti numerose centrali a carbone, industrie di ogni tipo e, si stima, circa 5 milioni e mezzo di automobili.

La sera del 13 gennaio, intorno alle 21:30, la nave da crociera Costa Concordia ha urtato, nei pressi dell’Isola del Giglio, una roccia affiorante che ha causato l’apertura di una falla di diverse decine di metri sul lato sinistro dello scafo. Oltre a morti, feriti e dispersi, la situazione in queste ore è drammatica anche per le pesantissime ripercussioni che si potrebbero avere sull’ecosistema della zona. Nelle cisterne della nave sono presenti 24.000 tonnellate di olio combustibile, molto denso che, in balia delle correnti, potrebbere fare danni gravissimi.

Recenti esperimenti di laboratorio hanno mostrato che pesci tropicali, esposti ad elevate quantità di anidride carbonica, reagiscono con notevoli cambiamenti comportamentali che li espongono ad un maggior rischio di morte. L’aumento quindi di CO2 previsto per i prossimi anni a causa dell’inquinamento potrebbe avere un notevole impatto sugli ecosistemi marini, anche in forme fino ad ora difficilmente immaginabili.

A causa della sciagurata condotta dell’uomo rischia di sparire uno specchio d’acqua che ha del magico: il lago di Posta Fibreno, oasi nel cuore della Ciociaria. Questo lago ospita un pesce unico al mondo, il Carpione del Fibreno, l’esemplare maschio della Apatania Volscorum, un tricottero presente nel mondo solo come femmina ed in grado di autoriprodursi, il pioppo probabilmente più antico del mondo ed una zolla di terra vagante mossa dal vento da una parte all’altra del lago. L’ecosistema del lago è messo in serio pericolo dal fatto che il vicino Comune, a causa di una rete fognaria inadeguata, scarica parte dei suoi liquami nel lago.

La natura ci ha avvertito. L’uomo ha fatto finta di aver capito.