Lo avevamo incontrato pochi giorni fa, incuriositi dalla trama del suo lavoro letterario. Parliamo del giovane reatino Emiliano Angelucci, che apprendiamo essere il «vincitore assoluto», nella sezione “Narrativa inedita”, del premio nazionale “Carlo Piaggia”, proprio con il romanzo Il Viaggio di Tito: una sorta di biografia immaginaria del “ladrone buono”, elaborata a partire dalla Buona Novella di Fabrizio de André.
Grande soddisfazione, ovviamente, per il diciannovenne, che commenta: «Non avrei mai creduto di vincere un premio letterario: avevo inviato il manoscritto solo per ricevere un giudizio oggettivo sull’opera. Dopo che mi è arrivata la notizia che avevo vinto ci ho messo un po’ a convincermi che era vero. Scrivere per me è un piacere: è un modo per esprimere qualcosa che ho dentro. Pubblicare il romanzo per me significa presentare un’opera in cui ogni lettore può maturare giudizi diversi sugli eventi e sui personaggi. Mi piace pensare che il romanzo favorisca il dialogo e lo scambio di opinioni».
Respect!