Il 10 giugno si è svolto l’incontro con l’autore del quinto e ultimo libro in concorso del Premio Letterario città di Rieti, il romanzo “L’estate del cane bambino” (66thand2nd) di Mario Pistacchio e Laura Toffanello.
Il romanzo si compone di lunghi flash back ambientati nei primi anni sessanta, quando la voce narrante era un ragazzo di 12 anni. Vittorio ci descrive un estate spensierata, che si promette magnifica, da spendere insieme agli amici. Tutto bene finche, mentre tutti giocavano a pallone, succede qualcosa che non solo cambierà il corso dell’estate ma sarà determinante per la storia futura dell’intero gruppo. Gli eventi di quella torrida stagione si faranno sentire anche a cinquant’anni di distanza.
L’intensità del racconto è amplificata da un linguaggio che ci trasporta direttamente a Brondolo, il piccolo paese del nord dove vivono solamente trenta famiglie e tutti si chiamano attraverso caratteristici soprannomi. Ma anche i nomi reali spesso sono abbastanza assurdi: da quelli fascisti (Italia, Etiopia ecc) a l’improbabile e comunista “Stalino”. Ma la tensione non scende nemmeno nei brevi ritorni al presente che godono di un linguaggio diverso, più aspro e malinconico.
Al centro del testo c’è il rapporto tra adulti e bambini. La limitata fantasia degli adulti li rende incapaci di sopportare il mistero e li spinge alla violenza. Dall’esperienza di questi violenti episodi dipende il destino dei bambini, che diventeranno adulti proprio sentendo morire dentro di loro quella magia che aveva alimentato l’età più felice della vita. “Non si invecchia mai un po’ ala volta. C’è un momento preciso, nella vita, in cui ti accorgi che è successo.”