Chiesa di Rieti

A Poggio Bustone in marcia per il Perdono

Il 2 agosto, giorno in cui si ricorda il Perdono, sono stati come sempre molti i fedeli che sono saliti fino al Sacro Speco di Poggio Bustone, per partecipare alla Santa Messa presieduta dal vescovo Domenico

Secondo l’approssimativa cronologia indicata da Tommaso da Celano nella Legenda prima, San Francesco si sarebbe recato fra il 1208 e il 1209 a Poggio Bustone, prima tappa nel suo itinerario spirituale reatino, rivolgendo ai popolani, rissosi e violenti a causa delle contese che agitavano la società civile in età comunale, il suo saluto di pace, “buongiorno buona gente!”

La chiesa di San Giacomo Apostolo di Poggio Bustone è legata alla prima presenza francescana a Rieti. Quando nel 1208 Francesco lasciò Assisi, arrivò in questi luoghi con i suoi primi compagni e si innamorò della zona, che bene si accordava ai suoi bisogni e alla sua sensibilità.

Al suo arrivo a Poggio Bustone, Francesco era inquieto, insoddisfatto. Sentiva che i peccati della sua giovinezza non erano ancora stati perdonati da Dio. E forse non si sentiva neppure degno del perdono. Fu nella preghiera solitaria che il Signore gli annunciò il suo perdono e il santo avvertì l’invito ad andare per il mondo ad annunciare la pace.

A Poggio Bustone Francesco scopre che Dio è misericordia, amore, perdono. Un perdono che Dio accorda, ma che va anche accordato agli altri, restituito. In questo senso, la porta aperta nella piccola chiesa dell’eremo sembra come spalancata sulla valle, quasi a voler lasciare uscire e diffondere la misericordia di Dio sulla terra che Francesco ha tanto amato.

Il 2 agosto, giorno in cui si ricorda il Perdono, sono stati come sempre molti i fedeli che sono saliti fino al Sacro Speco per ricordare l’episodio. Una marcia della pace lenta e partecipata, culminata dalla Santa Messa delle 18 presieduta dal vescovo Domenico. Al raccoglimento e al silenzio sono seguiti sorrisi, musica e momenti conviviali, anche per salutare monsignor Pompili in preparazione per il prossimo incarico da svolgere a Verona.

Ma niente malinconia: tante foto, abbracci e bocconi succulenti con l’immancabile porchetta locale, che pare piacesse anche molto a Francesco.