Acqua, milioni di euro sul reatino dal sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore

Acqua, Regione Lazio: con il ristoro ad Ato3, un patto epocale per la provincia reatina

Con la nuova convenzione per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedottistico Peschiera–Le Capore, Ato3 riceverà il ristoro invocato da anni, anche tramite procedimenti giudiziari/amministrativi, dal territorio della provincia reatina.

Questo uno degli aspetti principali della delibera approvata oggi dalla Giunta presieduta da Nicola Zingaretti, che suggella così un patto transattivo di valore epocale, un patto che, sotto il profilo economico, cuberà in favore di Ato3 36mln di euro in quattro anni a partire dal 2016 e, soprattutto, la somma di 6mln di euro annui per tutta la durata della concessione, sempre a partire dal predetto anno.

Si chiude così una vicenda annosa, che inizia con la deliberazione n. 936/06 con cui la Regione Lazio decide di adottare uno schema di Convenzione per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore.

Nel 2008, poi, la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti dell’Ato 2 ‘Lazio centrale Roma’ darà un mandato al presidente della Provincia di Roma, in qualità di coordinatore dell’Ambito dell’Ato 2 Roma, al fine di rinegoziare con l’Autorità dell’Ato 3 Rieti le nuove modalità di rimborso dei canoni annuali pregressi.

Si ricorda che, nel territorio dell’Ato3, sono dislocate le sorgenti del Peschiera-Le Capore la cui derivazione, a partire dal 1926, è stata data in concessione al Comune di Roma e, poi, ad Acea. Sotto il profilo degli enti locali coinvolti dal ristoro, si fa presente che i comuni dell’Ato3 che utilizzano, come concessionari o utenti, la risorsa idrica addotta dal sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore, sono 31: Belmonte in Sabina, Cittaducale, Montopoli in Sabina, Poggio Mirteto, Poggio Moiano, Salisano, Fara Sabina, Castel Nuovo di Farfa, Mompeo, Toffia, Forano Cantalupo, Collevecchio, Stimigliano, Tarano, Casperia, Configni, Cottanello, Montasola, Poggio Catino, Roccantica, Selci, Torre in Sabina, Vacone, Frasso Sabino, Casaprota e Poggio Nativo, Montebuono, Montenero Sabino, Nerola, Palombara, Rieti.

I commenti

«Sono contento – spiega il Presidente Nicola Zingarettiper il risultato ottenuto, un passo determinante che, oltre a ristorare un territorio strategico per la qualità e la potenza della sua fonte d’acqua messa a disposizione di gran parte del territorio laziale, a partire da Roma, segna l’avanzamento del livello di eccellenza facente capo al concetto di clausola di salvaguardia, offrendo prospettive motivate e vigenti di reale tutela dei beni ambientali. Oggi si conclude un iter iniziato ben 10 anni fa, con l’abrogazione delle vecchia delibera regionale del 2006, e la riformulazione della nuova delibera oggi approvata».

«Abbiamo raggiunto un risultato importantissimo per il territorio – afferma Fabio Refrigeri, assessore regionale a Infrastrutture, Politiche Abitative ed Enti Locali della Regione Lazio – di cui sono particolarmente orgoglioso che è stato possibile grazie al lavoro di mediazione svolto dalla Regione Lazio che ha messo a frutto quanto previsto dalla nuova normativa stabilita dall’Authority AIG che, dal 2015, prevede appunto il rispetto di un costo ambientale per il mantenimento della qualità della risorsa».

«Un giorno storico che restituisce dignità al nostro territorio e ci emoziona. Il lavoro certosino e condiviso che hanno portato avanti tutte le Istituzioni coinvolte è un esempio concreto di buona politica» dichiarano il presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, e il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, che aggiungono: «Siamo contenti e orgogliosi di aver raggiunto, grazie alla Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti, un risultato epocale che mette fine a decenni di contenziosi, polemiche e discussioni: un esito non scontato visto il momento difficilissimo che sta vivendo la Provincia e soprattutto in considerazione dello scetticismo che ha accompagnato la nascita della Società Acqua Pubblica Sabina. Con questa decisione la Regione si dimostra attenta e sensibile alle giuste rivendicazioni di una popolazione intera e ci aiuta a dare corpo e sostanza ai necessari investimenti per una gestione pubblica e ottimale del servizio idrico nell’Ambito territoriale della provincia di Rieti».

Esprime «grande soddisfazione per il risultato raggiunto» anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Rieti, Carlo Ubertini. «Corrispondendo a un costante auspicio dell’intera popolazione locale – spiega l’assessore – il provvedimento regionale da un lato, sul piano concreto, rappresenta un grande sostegno alla nostra comunità, d’altra parte, in un quadro rilevantemente complessivo, esaltando il principio della compatibilità, scolpisce l’assunto che il mantenimento del valore naturalistico di un territorio non può essere veicolo di una corrispettiva condizione di sofferenza economica».

«Oggi abbiamo raggiunto un grande risultato. La giunta regionale chiude una vicenda iniziata da Giosuè Calabrese più di 15 anni fa e riconosce al territorio reatino i diritti derivanti dal sistema idrico Peschiera-Le Capore. La delibera prevede diverse forme di indennizzo che, nella sostanza, valgono circa 10 milioni di euro l’anno finché durerà la concessione e a prescindere dalla sua titolarità, compreso finalmente il diritto dei comuni che si servono del Peschiera, di pagare l’acqua ad un costo molto più basso» commenta da parte sua l’on. Fabio Melilli. «Nella convenzione sono poi previsti 36 milioni una tantum in quattro anni. Un grazie a Zingaretti e a Refrigeri. Al primo per aver mantenuto un impegno preso con noi. Al secondo per non aver mollato. A godere dei benefici saranno gli interventi infrastrutturali sull’ambiente ma soprattutto i cittadini che pagheranno l’acqua molto meno di quanto previsto. È il riconoscimento giusto per una classe dirigente che ha saputo essere autorevole e decisiva. È la conferma che dai rapporti con la Capitale si può trarre giovamento e non solo subirne la forza. È la testimonianza che ci può essere una Regione rispettosa dei territori. E, come sempre in politica, tutto ciò dipende dalle capacità delle donne e degli uomini a far valere le ragioni dei territori che si rappresentano, con serietà e senza demagogia. Naturalmente attendiamo con ansia le dichiarazioni di chi ci spiegherà che si poteva fare di più».