Grande partecipazione alla veglia di Pentecoste in Cattedrale

«Pettinata dal vento» dello Spirito: questa è la Chiesa che si è celebrata sabato sera in Cattedrale durante la veglia di Pentecoste. Il vescovo Domenico l’ha presa in prestito dalla poetessa milanese Alda Merini, ma è noto che l’immagine del soffio, del refolo pneumatico che pervade la Chiesa cinquanta giorni dopo la risurrezione del Signore, è anzitutto neotestamentaria. Quest’anno, a farsi avvolgere insieme con lui dal «vento che si abbatte gagliardo», come suonava la vecchia traduzione Cei degli Atti degli Apostoli, mons. Pompili ha invitato tutta la Chiesa reatina.

La lettera del presule, inviata due settimane fa ai presbiteri e ai religiosi della diocesi, è riuscita a trasmettere a tutti, con sobrietà e immediatezza, il senso profondo della solennità che si approssimava, tanto che le varie celebrazioni “particolari” nelle parrocchie, almeno in città, sono state annullate affinché tutti potessero confluire in Santa Maria e vivere un momento intenso di gioia e di comunione con il loro pastore e con i fratelli.

Man mano che i giorni passavano, un appuntamento che negli ultimi anni non aveva mai fatto registrare afflussi di fedeli numericamente rilevanti si è trasformato in una grande manifestazione diocesana: molti i concelebranti, incluso il vescovo emerito Delio Lucarelli; movimenti ecclesiali presenti in forze; posti a sedere in Cattedrale esauriti, nonostante l’aggiunta di 200 sedie; tantissimi i fedeli in piedi.

Per l’occasione, inoltre, il coro diocesano, che può ormai contare su una formazione stabile di quasi 60 elementi, ha accolto altri cantori provenienti dalle varie parrocchie: un’apertura, questa, fortemente voluta dall’Ufficio Liturgico diocesano al fine di enfatizzare ulteriormente la dimensione unitaria della veglia e di tradurla in canto orante a beneficio dell’intera assemblea. Il maestro direttore della schola, Barbara Fornara, si è così ritrovata con soddisfazione a dirigere una compagine di quasi 100 persone, manifestazione visibile e, soprattutto, udibile dell’unità della Chiesa locale.

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Foto di Paolo Cesarini