Viva i compiti!

Viva i compiti! No, non è un paradossale invito alla severità scolastica, ma quello che vorremmo fosse l’espressione di un entusiasmo che ragazzi e bambini dovrebbero applicare ai loro “doveri quotidiani”, magari spinti e indirizzati da educatori preparati e consapevoli.

Con l’apertura delle scuole, infatti, iniziano anche le attività di doposcuola. Tra quelle di quest’anno ci ha colpito il nome di una in particolare: “Happy Mill”. Così la prima domanda che poniamo ad una delle operatrici e ideatrici riguarda l’origine di questo termine.

Allora Michela, come avete pensato il titolo del vostro progetto?

“Happy Mill”: il suono di queste due parole sarà sicuramente familiare. Forse perché ricorda il pasto “felice” ed economico che una grande multinazionale del fast-food offre quotidianamente ai più piccini. Ma qui stiamo parlando di tutt’altro, e la differenza è sostanziale. “Happy Mill”, tradotto, vuol dire “Mulino Felice”: noi abbiamo come obiettivo quello di realizzare una sorta di fabbrica di felicità per i più piccoli.

In cosa consisterà l’attività che avete organizzato?

Questo progetto, promosso in collaborazione con l’Ufficio Informagiovani, è un doposcuola dedicato al sostegno scolastico che offre la possibilità ai minori di essere affiancati nello svolgimento dei compiti a casa con l’opportunità di approfondire la lingua inglese e l’informatica senza tralasciare le attività ludico-ricreative, importanti nella formazione dei bambini.

E come sarà articolata?

Si tratta di attività organizzate attraverso il gioco (individuale o di gruppo, libero od organizzato) e laboratori (disegno, pittura,musica, seconda lingua ecc.), per dare un sostegno alle famiglie. Per tutti i bambini di 5 anni vengono svolte attività di preparazione alla scuola primaria.

Che orario seguirete?

La struttura resterà aperta dalle 15:00 alle 18:30 dal lunedì al venerdì.

A quali fasce d’età vi rivolgerete? E come saranno organizzate?

Ci rivolgiamo a ragazzi tra i 5 e gli 11 anni. Gestiremo vari gruppi i base alle esigenze che si presenteranno.

Perché i bambini dovrebbero scegliere proprio questo doposcuola?

Innanzi tutto i bambini saranno seguiti da ragazze giovani e laureate, certamente più formate di semplici baby-sitter, inoltre i locali in cui si svolgeranno le attività sono comodi e accoglienti e nella stessa struttura vengono svolti corsi per adulti a cui i genitori potrebbero essere interessati.

Quale è il principio che guiderà il vostro percorso?

Il principio su cui si basa il nostro percorso è quello di garantire prima di tutto la socializzazione tra i più piccoli per consentire loro di muovere i primi passi nella convivenza con l’altro e nell’incontro con il diverso, promuovendo sentimenti di uguaglianza e rispetto. Insegnare ad accettare e rispettare le regole, invitando i più piccoli alla collaborazione e al confronto ci sembra un buon punto di partenza per un’educazione sana ed un’etica condivisa.

Quali obbiettivi vi prefissate di raggiungere?

Vorremmo coinvolgere i bambini con il divertimento stimolando l’interesse e l’apprendimento in modo da inserirli in un circuito virtuoso che gli permetta di non isolarsi, ma integrarsi con i pari in un ambiente protetto. Per noi è importante recuperare la dimensione del gioco come modalità di relazione che permetta di liberare la creatività dei singoli e del gruppo, la socializzazione tra i pari e il rispetto per le regole.

Quale è il messaggio che vorreste trasmettere ai bambini?

Oltre l’inutile omologazione di un pasto standard e poco nutriente il nostro “Happy Mill” vuole essere invece vivanda di conoscenza, formazione e divertimento.

Prima il dovere poi il piacere” ci viene raccomandato fin dall’infanzia. Il doposcuola può rappresentare il superamento di questa logica verso una compresenza di piacere e dovere che da maggiore armonia alla vita dei nostri piccoli. E noi crediamo che “Happy Mill” sia sulla strada giusta. Perché unisce professionalità e passione nel ambito di un progetto innovativo che sarà un’opportunità di divertimento e crescita personale. Arrivando a dire “evviva i compiti!”.

A cura di Caterina D’IppolitiSamuele Paolucci