Vita di AC: Laici a «scuola» e in assemblea

Festa dell’adesione, per i soci dell’Azione Cattolica, che domenica scorsa, secondo la tradizione che fissa il “tesseramento” il giorno dell’Immacolata, hanno rinnovato il loro impegno alla presenza delle rispettive comunità parrocchiali. Nelle parrocchie reatine in cui è presente l’Ac (S. Agostino, S. Lucia, Regina Pacis, S. Maria Madre della Chiesa, Sacro Cuore, S. Giovanni Bosco, S. Michele Arcangelo, S. Maria in Cattedrale, S. Francesco Nuovo, S. Giovanni Battista, più Vazia e Casette) si è svolto il previsto rito, nell’ambito della celebrazione eucaristica festiva, con la consegna della “carta di adesione” ai gruppi Adulti, Giovani e Acr.

Prosegue frattanto il cammino assembleare, in vista del rinnovo delle cariche a livello diocesano, regionale e nazionale, con la fase delle assemblee parrocchiali che si concluderà entro fine dicembre: molte hanno già individuato i nuovi presidenti e consigli parrocchiali chiamati a gestire l’Ac nel prossimo triennio e discusso le linee del documento programmatico in vista dell’assemblea diocesana del 16 febbraio.

“Essere laici di Ac nella Chiesa di papa Francesco”è stato il tema su cui, a novembre, sono stati chiamati a riflettere vecchi e nuovi responsabili e militanti dell’aggregazione ecclesiale: tema affidato alla parola del vescovo di Palestrina Domenico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica, nell’incontro svoltosi alla parrocchia di Campoloniano nell’ambito della “scuola associativa” diocesana. Parlando ai convenuti, prima della Messa vespertina insieme alla ospitante comunità parrocchiale con la partecipazione di tutti i soci (compresi gli “acierrini”), monsignor Sigalini ha insistito sul significato della attuale vocazione dei christifideles laici, nell’ottica della corresponsabilità, che significa «essere innamorati della Chiesa e condividerne la missione nella vita personale, nell’ambiente di vita e oggi, seguendo l’invito di papa Francesco, uscire nelle “periferie esistenziali”». Premettendo che è necessaria una consistente preparazione e formazione di base, Sigalini ha sottolineato il ruolo laicale valido in sé, non come “supplenza”: laici capaci di uscire dai recinti parrocchali e assumere le più urgenti sfide dell’oggi. Quello chiamato all’esperienza di Ac è un laicato maturo che opera in modo aggregato e strutturato, esercitandosi a vivere la santità: l’Ac, allora, come “palestra” di santi, per creare testimoni per la vita quotidiana: «forma specialisti della santità, non della pastorale e tanto meno della sacrestia e per essa mette a disposizione una regola di vita. L’Ac fa parte della struttura di base della Chiesa, per questo va promossa, come una vocazione, con grande libertà di rispondervi, quella dello Spirito».

Sarà dedicato alla storia dell’Ac, invece, il prossimo appuntamento della scuola associativa (sabato 21 dicembre alle 15.45 all’Auditorium Varrone), che vedrà la presenza di Ernesto Preziosi, storico del movimento cattolico e deputato del Pd. Preziosi, già vice presidente nazionale dell’associazione, animerà l’incontro sulla storia dell’Azione Cattolica nazionale e locale insieme al reatino monsignor Lorenzo Chiarinelli, che in passato è stato anche vice assistente centrale della Fuci (“braccio” universitario dell’Ac) e assistente Meic regionale.

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