Un presidio alla Schneider

Presidio Schneider

Alla Schneider si continua a sperare, anche se le speranze sono poche. Anche se il futuro è coperto dalle nubi dell’incertezza, nere come quelle che in questi giorni si muovono sulla sede reatina. Ed è freddo fuori dalla fabbrica dove i lavoratori si alternano al presidio. Intanto, qualche giorno fa, si è tenuto l’incontro tra i vertici europei della Schneider, le organizzazioni sindacali italiane, i delegati italiani del CAE e i rappresentanti di IndustriAll (confederazione europea dei lavoratori dell’industria) Bart Samyn e Isabelle Barthès.

E si è parlato soprattutto degli stabilimenti di Guardamiglio e Rieti. I sindacati che hanno chiesto lumi alla multinazionale in merito alle modalità di comunicazione delle chiusure. «Come organizzazioni sindacali e delegati del CAE – hanno dichiarato Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil – abbiamo chiesto che venga rispettato l’accordo a partire dal fatto che prima di annunciare una chiusura è necessario analizzare tutti gli aspetti di carattere industriale e soprattutto cercare di trovare soluzioni alternative con le rappresentanze dei lavoratori».

Da qui l’invito all’azienda a rivedere la posizione assunta e intavolare un confronto anche sui piani alternativi presentati dai lavoratori. «Tutto ciò – spiega il segretario generale Fiom Cgil Rieti, Luigi D’Antonio – sarebbe possibile per lo stabilimento di Rieti grazie alla presentazione di un nostro progetto in grado di competere sul piano dei costi e degli standard di Schneider». La riunione si è chiusa con la notizia che il confronto riprenderà a livello italiano. Esperti di processi industriali andranno ad esaminare le soluzioni dei lavoratori, che saranno analizzate e studiate poi con la multinazionale.

«Il confronto a livello nazionale – dice D’Antonio – servirà a verificare soluzioni alternative a quelle presentate dall’azienda. Il Gruppo Schneider ha riaffermato le sue decisioni senza voler alimentare qualsivoglia aspettativa di modifica delle strategie iniziali, ma il confronto andrà avanti per affrontare e discutere sulle scelte industriali senza precludere soluzioni alternative».

Intanto Fim, Fiom e Uilm sono pronte a chiedere l’attivazione del confronto a livello europeo e a seguire il confronto a livello nazionale, in base agli impegni sottoscritti durante l’ultimo incontro ministeriale. I lavoratori intanto aspettano. Come sempre. E come sempre non vogliono arrendersi.