Alzheimer: un giorno al Centro

L’indispensabile servizio del Centro Alzheimer di Cantalice tra difficoltà e tenacia.

Il “Centro diurno Alzheimer Cantalice” ad oggi è l’unica struttura adibita alla cura e al mantenimento delle capacità cognitive di pazienti affetti dal morbo di Alzheimer sul territorio reatino. Tuttavia recentemente, causa del mancato finanziamento, è giunto alla quarta settimana di autogestione. E non è la prima volta: già lo scorso mese di agosto era stato superato in condizioni simili. Gioia Anastasi, psicologa del Centro, ci ha spiegato la vita ed il futuro di una struttura che meriterebbe molta più attenzione, anche solo per la sua voglia di resistere alle difficoltà.

Dottoressa Anastasi, di cosa si occupa il Centro?

Il “Centro diurno Alzheimer” svolge attività di sostegno alla persona di tipo cognitivo sui pazienti con lo scopo del mantenimento delle loro capacità mediante la stimolazione continua. Qui al centro si interagisce col paziente anche attraverso numerose attività ricreative e di svago, ovviamente sempre in contatto con il centro di neurologia a Rieti che periodicamente analizza e rivede le terapie dei pazienti.

Come si svolge la giornata tipo?

I pazienti giungono in mattinata con il bus del centro per la prima colazione. Verso le 10:30 hanno luogo delle attività di tipo ricreativo, ma sempre collegate a scopi terapeutici come il gioco della palla, dei dadi, la conta e altri ancora. Una volta terminate le attività si passa al pranzo e quindi alla fascia relax. Il bus li riaccompagna a casa i nostri ospiti nel tardo pomeriggio.

Passiamo ora al volontariato e alla situazione che state attraversando: cosa è accaduto?

È accaduto che al centro (finanziato da Regione, Provincia, Comune di Rieti, Comune di Cantalice, Asl e Comunità Montana) sono venuti a mancare finanziamenti importanti. Recentemente è stato firmato un nuovo protocollo di intesa, a seguito del quale la situazione dovrebbe stabilizzarsi nei prossimi giorni. Nel frattempo, per mantenere la continuità della struttura abbiamo fatto azione di volontariato, come già ci era accaduto lo scorso mese di agosto. L’abbiamo fatto con la fiducia che l’intesa tra le parti sarebbe giunta entro il mese di ottobre. E così dovrebbe essere.

C’è stata una qualche reazione delle istituzioni nei vostri confronti?

La Provincia ha dato la disponibilità ad intervenire finanziariamente stanziando trentacinquemila euro atti al mantenimento del centro. Inoltre, anche il proprietario dello stabile ha dato la propria disponibilità a diminuire il costo dell’affitto.

La prossima sarà per voi la quarta settimana di azione volontaria e si spera sia l’ultima; per il prossimo futuro quale linea adotterà il centro?

In questo periodo di crisi dobbiamo stringerci tutti attorno. La nostra intenzione è di razionalizzare i costi, ove possibile, nell’interesse del centroe dei suoi pazienti, che nell’ultimo mese sono pure aumentati. Ciò che abbiamo fatto in questo mese è servito non solo ad assicurare in qualche modo il nostro posto di lavoro, ma anche il corretto svolgimento dei servizi offerti ai nostri pazienti. E non è poco: siamo pur sempre gli unici a svolgere questo tipo di servizio.