UGL: evasione e lavoro nero, una soluzione nella tracciabilità

È di questi giorni la notizia che la Guardia di Finanza dopo indagini, ha scoperto redditi nascosti per un ammontare di 17,5 miliardi di euro. Accanto a questo dato anche quello relativo ai lavoratori irregolari sono 19 mila di cui 9 mila impiegati in nero.

Le categorie coinvolte sono le stesse da sempre e vedono interessato tutto il territorio nazionale.

È una notizia di grande impatto mediatico che potrebbe indurre a pensare che molti dei problemi italiani possano essere risolti attingendo a questo grande tesoro scoperto e quindi in grado di dare risposte risolutive al problema dell’Imu ,dell’Iva e a quello degli esodati.

Purtroppo non è così , primo perchè l’accertato è una cosa e l’incassato un’altra. Come dire è vero che sono stati accertati queste gravissime infrazioni che hanno prodotto una tale somma ma è altrettanto vero che lo Stato non sa quando e quanto avrà di tutto ciò.

Occorre quindi non farsi illusioni, ben vengano i controlli  il solo redditometro come dichiarato da tutti non risolverà il problema dell’evasione), ma l’Italia e la sua politica debbono seriamente decidersi di affrontare il problema mettendo in campo provvedimenti duri (prevedere il carcere) ed efficaci, altrimenti annunci come quelli di ieri serviranno solamente a creare delle illusioni soprattutto alle persone oneste che pagano le tasse.

Nel recente passato abbiamo letto di tanti altri miliardi di euro recuperati dalla lotta all’evasione e al sommerso ma nessuno mai ha fornito notizie chiare ad esempio sulle cifre realmente recuperate, dell’utilizzo e destinazione che di essi ne fanno. E poi sarebbe opportuno pubblicare l’elenco di questi disonesti. Trasparenza , ecco cosa chiede il cittadino italiano, basta annunci occorrono fatti .

A questo proposito, ed è quello che chiediamo al Governo come dipartimento, è opportuno accelerare ed approvare quei provvedimenti annunciati qualche settimana fa dallo stesso e suggeriti dalle direttive della Comunità Europea, che mirano ad aumentare in modo considerevole l’utilizzo delle carte di credito e dei bancomat abbassando le spese delle commissioni per gli esercenti e quanti forniscono servizi.

Noi sosteniamo che occorrerebbe ridurre al minimo l’uso della moneta, tutto dovrebbe essere tracciabile e lo si può fare riducendo appunto l’utilizzo della moneta in circolazione (lo fanno nelle democrazie più avanzate).

Le soluzioni per combattere l’emersione e il sommerso ci sono, ci rendiamo conto però che questi annunci e il lavoro svolto dalla GDF non produrranno gli effetti che ogni cittadino onesto aspetta se poi la politica non è in grado di decidere seriamente se stare dalla parte della società sana e che sostiene il paese o invece dalla parte dei disonesti.

La scelta pare obbligata.