Dopo Bruno Pescetelli, anche Tonino Pietrantoni, all’epoca segretario generale della Cgil di Rieti, dà il suo contributo alla ricostruzione della vicenda Coop ’76.
«Per come ricordo io – scrive – manca un pezzettino sull’incontro con Poletti (Presidente Nazionale di Legacoop, ndr). È quello relativo al fatto che di fronte al nostro tentativo di accelerare i tempi della proposta Coop Centro Italia, lui ribadì che, fermo restando l’autonomia delle singole Coop, che non poteva e voleva minimamente mettere in discussione, i tempi erano quelli della liquidazione».
«Come sappiamo – spiega il sindacalista – la liquidazione è ancora in atto e se i negozi non fossero stati riaperti sarebbero ritornati in mano ai proprietari con le rispettive licenze. A quel punto nessuna norma avrebbe imposto la rioccupazione dei dipendenti ex Coop ’76. In questo, forse, la “Fornace” insegna qualcosa».
«Inoltre – aggiunge Pietrantoni – c’è da ricordare, a completezza e per coscienza, che di fronte alla mia dichiarazione: “Dott. Poletti i tempi lunghi non coincidono con gli interessi dei lavoratori, del valore del Patrimonio della Coop ’76, e quindi anche dei soci e dei risparmiatori”, lui rispose: “comprendo e capisco la vostra scelta verso i lavoratori e tutti gli altri».
«Dunque ringrazio Bruno per aver raccontato i fatti, che con questo mio ricordo forse si completano meglio. Ma come Bruno sa – prosegue Pietrangoni – non sono d’accordo nel dare tutta la colpa a Melilli nella esclusiva veste di Presidente della Provincia. In quella veste noi (con le mie sbagliate perplessità iniziali) gli abbiamo chiesto di trovare una soluzione alternativa alla chiusura dei negozi e al possibile licenziamento o messa in Cigs dei lavoratori».
«Credo che qualsiasi altra vertenza si fosse chiusa con il riavvio delle attività avrebbe visto tutta la città festeggiare (almeno voglio sperare), e dal giorno dopo, invece che alzare canizza, tutti ci saremmo impegnati a raggiungere l’obiettivo della piena rioccupazione, che l’accordo firmato unitariamente prevedeva. Ma questa è la storia della Coop ’76, e dentro ci sono molte più cose. Forse, però, se finalmente potessimo staccare le questioni, da una parte potremmo difendere gli interessi dei lavoratori, dei soci e dei risparmiatori, e dall’altra potremmo esprimere ogni pessimo giudizio sulla gestione della cooperativa».
«C’è da aggiungere – conclude Pietrantoni – che se il Sindaco di Rieti avesse convocato l’incontro come da quattro mesi gli era stato chiesto da Cgil, Cisl e Uil regionali e comprensoriali, forse oggi la vertenza sarebbe ricomposta. Però, meglio tardi che mai».