Sigarette elettroniche: svapare o non svapare?

Da poco più di un anno, nel reatino come altrove, sta prendendo piede la sigaretta elettronica.

Questo nuovo gadget è uno strano miscuglio: sembra una penna stilografica, si ricarica come un cellulare e funziona a cartucce come certe nostre stampanti. Al posto degli inchiostri però, il filtro contiene gli e-liquid: una miscela di aromi e varie dosi di nicotina.

Oggetti nuovi, parole nuove: insieme alla e-sigaretta è arrivato il verbo svapare. Nell’era dell’elettronica, infatti, non si inala il fumo, ma un vapore “insaporito” di un aroma a scelta che sostituisce quello del tabacco.

Con questo sistema, pare che il fumatore corra meno rischi, non essendoci combustione e potendo dosare la quantità di nicotina da vaporizzare con la possibilità di modificarla nel tempo.

E i vantaggi non finiscono qui: oltre ad una presunta riduzione di sostanze tossiche inalate, si eliminano fumo passivo, mozziconi lasciati a terra e cenere. E poi niente più aria pesante, né vestiti, mani ed alito maleodoranti, per non parlare del risparmio economico.

Magari si soffrirà un po’ di nostalgia per le tabaccherie e per i simpatici distributori self-service. Ma in cambio c’è più rispetto per l’ambiente, per il portafoglio e – si dice – per la salute.

Già, perché moda o non moda, in fondo, il nocciolo del problema sta tutto qui: fa bene fumare le e-cig? Svapare o non svapare? Il dilemma non sarà all’altezza di quello di Amleto, ma sulla sicurezza di questa nuova abitudine il dibattito è aperto.

La scienza non ha ancora confermato la sua efficacia nel combattere la dipendenza da fumo, e non è riuscita nemmeno ad evidenziare i potenziali rischi provocati dai prodotti, seppur in bassi quantitativi, che contengono la nicotina.

Mentre la ricerca continua, molti punti strategici di Rieti si sono riempiti delle nuove “drogherie”. Via Roma, via Cintia, centri commerciali: gli “spacciatori” della sigaretta elettronica sono ovunque.

Di sicuro c’è chi ci guadagna: a cavalcare una moda non si sbaglia mai. Più scontenti sono i tabaccai e i Monopoli di Stato – settore Tabacchi: un qualche contraccolpo lo cominciano a sentire.

Ma che ci volete fare: inutile opporsi al progresso! I reatini lo sanno bene e saggiamente si mettono in prima linea se c’è il nuovo che avanza. Laccetti colorati e abbinati al look dei fumatori elettronici hanno già sostituito le vecchie collane. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età!

Infatti anche i giovanissimi – minorenni compresi – non hanno mancato questa ennesima occasione di omologazione. Non solo alla moda non si sfugge, ma è un vero e proprio lasciapassare per sentirsi integrati alla società odierna.

Ma che c’è di male! Al giorno d’oggi si può svapare praticamente ovunque, anche dove generalmente è vietato fumare. È finita l’epoca triste in cui il povero fumatore era costretto ad uscire all’aperto per gustarsi una sigaretta!

O quasi. Infatti il nuovo vizio sta poco a poco conquistando una sua opposizione. In un noto fast-food reatino è comparso il divieto all’utilizzo della nuova sigaretta. La scusa è quella vecchia: può dar fastidio ad eventuali donne incinte, anziani o non fumatori.

Insomma: non si riesce mai a contentare tutti. Che volete farci! In fondo è vero che la repentina diffusione di rivenditori di e-cigarette aiuta a diminuire la ben nota disoccupazione; ed è vero pure che la nuova via alla nicotina può dare qualche sollievo agli ex grandi fumatori.

Ma senza il rigoroso controllo dei Monopoli c’è chi teme facili processi di contraffazione e sostanze cancerogene non dichiarate. Un sospetto alimentato anche dall’incerta identità ed origine di alcuni imprenditori del nuovo business.

Quando le cose sono poco chiare danno sempre sgomento. Incertezza scientifica e buon senso invitano a guardare con attenzione questa nuova mania. Svapare sarà pure certamente bello e sano, ma ne avremo la certezza solo fra molti anni. Un motivo sufficiente per per coltivare una sana prudenza e un certo distacco.

Eleonora Giletti – Tania Guidoni