La sicurezza in città al tempo dei Plus

Per quel che si diceva, i lavori del Plus avrebbero dovuto essere già in corso, ma non se n’è ancora vista l’ombra. Per il momento, però, lasciamo stare gli eventuali ritardi nella messa in opera, che di sicuro non cambiano la sostanza.

Piuttosto concentriamoci sul progetto, anche alla luce dei più recenti episodi di vandalismo registrati in città. Durante la presentazione, infatti, è emerso che tra le migliorie tecnologiche cui andremo incontro, è previsto pure un sistema di videosorveglianza.

Al momento è poco chiara la portata di questa soluzione, ma forse – anche contravvenendo allo stile “riservato” che finora ha contraddistinto lo sviluppo dei Plus – sarebbe il caso di dire qualcosa in più alla cittadinanza. La richiesta di una città sicura, infatti, è piuttosto frequente, ma non tutti i cittadini saranno per questo felici di cedere terreno a queste forme di controllo diffuso. E poi la soluzione potrebbe non essere del tutto efficace. Ad esempio potrebbe dar luogo ad una semplice migrazione dei malintenzionati verso angoli più nascosti.

E comunque il risultato avrebbe di certo il prezzo di uno sgradevole aumento di controllo. Il sapersi osservati comporta comunque un condizionamento. E questo per qualcuno ha il sapore di una certa perdita di libertà: sarebbe bene tenerne conto. Non sarà il Grande Fratello, ci mancherebbe, ma può comunque dare fastidio, anche a chi non ha nulla da nascondere.

Quanto sarebbe preferibile lo sforzo di escogitare strategie per convincere i cittadini più rozzi dei vantaggi di un modo più civile di comportarsi?

In fondo le buone maniere sono un problema di buona educazione. A conti fatti il freddo occhio della telecamera può sembrare una soluzione facile e dai risultati immediati, ma questi vengono ottenuti a fronte di una certa dose di violenza e non sembrano destinati ad essere duraturi. Al contrario i cambiamenti culturali richiedono fatica, ma si può scommettere sui loro effetti di lungo periodo.